I S T A N T A N E A - ART CITY White Night 2024 - ::: COMUNE DI CASALECCHIO DI RENO (BO):::

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I S T A N T A N E A - ART CITY White Night 2024

Ore 17.00 - Piazza delle Culture, Casa della Conoscenza (via Porrettana, 360)
Diretta streaming su: facebook Pagina Facebook - Youtube Canale YouTube di Casa della Conoscenza (ad eccezione del documentario)

Serata meccanizzata curata da Enrico Bittoto

Evento  f u t u r i s t i c a m e n t e  forgiato in occasione della ART CITY White Night 2024 di Bologna

Programma

Ore 17.00

Presentazione dell'evento
A cura di Enrico Bittoto, cofondatore dell’Associazione UF-o Ultimi Futuristi
Saluti delle autorità

Ore 17.15

Declamazione del primo Manifesto futurista
Gabriele Fagnani - Solco Chiuso

Il Futurismo, un movimento di arte vita
Presentazione e proiezione del documentario di Luca Verdone (52', Italia 2009)
Sarà presente il regista.

Ore 18.00 

Cos'è stato il Futurismo e come si è diffuso nei Paesi dei vari continenti
Intervento di Enrico Bittoto

A seguire

Interventi di Luca Verdone - e introduzione della figura del padre Mario Verdone, uno dei primi studiosi del Movimento - e di Enrico Bittoto

Il Futurismo è ancora vivo? 
Presentazione degli artisti in mostra Matteo Alfonsi e Naby Byron
Introduzione al mondo del "collezionismo futurista"

Ore 18.40 

Performance di parole e suoni inossidabili
Declamazione di altri manifesti e musica industrial Futurista
A cura di Solco Chiuso

Le opere d'arte di Matteo Alfonsi e Naby Byron saranno esposte in Casa della Conoscenza e presso alcuni esercizi commerciali  - Ristorante Tramvia, Sfoglia Rina, La Dolce Lucia, Ristorante Bersagliere, A stàgh bàn - del Centro di Casalecchio di Reno durante la ART CITY White Night.

Locandina - Programma

Evento Facebook - Evento Facebook mostra itinerante

Evento ideato dal Collettivo UF-o Ultimi Futuristi con il patrocinio del Comune di Casalecchio di Reno e la co-progettazione di Casalecchio delle Culture e Casalecchio Insieme Proloco, nell'ambito di Art City White Night.

Enrico Bittoto (Ferrara, 1981) è laureato in Sociologia all'Università di Bologna. È collezionista di libri futuristi specialmente di scrittori emiliano-romagnoli, liguri, toscani e siciliani, e collabora a diverse mostre in qualità di prestatore di opere. Nel 2016 presiede il Convegno Internazionale di Studi nel centenario del Manifesto della Cinematografia Futurista presso la Sala Convegni della Biblioteca Nazionale Centrale in Roma. Ha ricoperto e ricopre incarichi in varie istituzioni, tra le quali Fondazione Carisbo, Fondazione Pallavicini e Fondazione Fornasini. Cura dal 2014 per Pendragon la collana “Futurismo emiliano e romagnolo” ed è autore di saggi tra i quali “La vita tumultuosa di Antonino Foschini” e “Cineprese Futuriste”. Attualmente è curatore d'arte del Padiglione Nazionale della Tanzania per la Biennale Arte di Venezia 2024. Fa parte del collettivo UF-o Ultimi Futuristi.

Luca Verdone (Roma, 1953) è uno sceneggiatore, regista di lungometraggi, documentari e Opere Liriche. Dopo la laurea in Lettere Moderne, indirizzo Storico-Artistico con la guida di Cesare Brandi, ha debuttato nel 1973 con il cortometraggio “Paolo Uccello, genesi e sviluppo di un linguaggio pittorico” realizzato con la collaborazione di Corrado Cagli. Si è specializzato in film sull’Arte e contemporameamente si è dedicato alla messinscena di Opere Liriche. La prima delle sue produzioni è stata “L’impresario” di W.A. Mozart nel 1977. Nel 1986 ha debuttato nel lungometraggio con “Sette chili in sette giorni” interpretato da Renato Pozzetto e Carlo Verdone, una commedia che è stata campione al box-office del 1987 e che ha avuto numerosi riconoscimenti. A questa sono seguiti “La bocca” con Tahnee Welch e Alida Valli, ”Il piacere di piacere” con Antonia Liskova, "La meravigliosa avventura di Antonio Franconi” con Massimo Ranieri e Orso Maria Guerrini, "Le memorie di Giorgio Vasari” con Brutius Selby. Ha ottenuto tre Nastri d’Argento con i suoi documentari “Filosofia dei giardini”, "Futurismo Movimento Arte/Vita", "Alberto il Grande", realizzato con suo fratello Carlo per il Decennale della scomparsa di Alberto Sordi. Ha realizzato alcuni film di montaggio: “Antologia del Neorealismo”, "Luchino Visconti”, "La commedia all'italiana". La sua ultima messinscena di una Opera Lirica è stata “Carmen” di Bizet nella stagione 2020 del Teatro Massimo Bellini di Catania. Ha realizzato numerosi documentari per la RAI dal 1978 al 2019 su temi artistici e letterari.

Naby Byron (Bologna, 1968), si laurea nel 1990 all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Il cavallo e la falena meccanica, vale a dire l'F-117 della L. Martin sono i suoi simboli totemici. Ha curato per lei la prima personale Giuseppe Virelli, Play whit me, presso la Galleria Olio su Tavola di Filippo Bacci di Capaci a Lucca, 2017. Ha esposto al PALP di Pontedera all’interno della Mostra “Dalla Trottola al Robot, da Balla a Casorati", curata da Daniela Fonti, nel 2018 e in concomitanza con la Biennale di Venezia 2019, presso gli ambienti dell’Hilton Molino Stucky all’isola della Giudecca (Installazione “Play With Us” promossa dal Museo Nazionale della Giostra di Bergantino). Hanno collaborato con lei Max Casacci dei Subsonica e il regista Luca Verdone. Si avvicina all'arte del collage ed espone durante l'art w. n 2022 presso lo storico negozio bolognese Stay della Famiglia Fanton e passa l'anno successivo alla mostra presso le sale affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia con Chiara Dazzi, Tempo di semina e tempo di bombe, in cui la giostra appare bombardata e il gioco stoppato dai micidiali cacciabombardieri. La mostra è stata curata da Claudio Giorgetti. Avvicinatasi nel prosieguo di vita al mondo del collezionismo, fonda il collettivo UF-o, Ultimi Futuristi, con Enrico Bittoto, che curerà varie personali all'interno di locali, i cosiddetti Non-luoghi. Approda all'A. W. N. 2024 in una mostra itinerante del prestigioso Comune di Casalecchio di Reno in un evento multimodale da lei voluto e animato da Futuristi Viventi. La stessa sarà ospite di una collettiva alla prossima Biennale di Venezia. Dal carattere schivo e solitario difficilmente si mostra al pubblico. 

Matteo Alfonsi (Roma, 1979) si è laureato in architettura presso l'Università ''La Sapienza'' di Roma. Dal 2008, con due brevi parentesi tra Parigi e Dubai, vive e lavora a Londra. Futurismo è la parola chiave per comprendere il percorso artistico in cui si sviluppa la sua ricerca, che sia analogica o digitale. Futurismo inteso nel suo spettro piu ampio, dai cubofuturisti russi al vorticismo inglese, alla ricerca di una sintesi contemporanea in grado di dare ancora un senso oggi ad un estetica vecchia di oltre un secolo.

Solco Chiuso nasce nel 2014 per volere di Gabriele Fagnani, architetto, rumorista e sperimentatore siciliano che ama definirsi un “artigiano del rumore”. Il nome del progetto è ispirato da un’antica tecnica per creare loop, che consisteva nell’incisione su cilindri di cera di un solco chiuso sul quale veniva registrata una traccia sonora che suonava la stessa parte.
Solco Chiuso è un progetto dedito alla musica Industriale e affonda le sue influenze sonore nella musica concreta e nella sperimentazione, facendo proprie le lezioni di Luigi Russolo, Officine Schwartz, Franco Battiato, John Cage, Einsturzende Neubauten fino ad arrivare a nomi meno noti come Deutsch Nepal, Lustmord o Haus Arafna. 
L’utilizzo di sintetizzatori e batterie elettroniche unito a campionamenti di ferraglie, ingranaggi, pistoni e lamiere, dà vita ad un paesaggio sonoro abrasivo, meccanico e violentemente distorto che funge da tappeto sonoro alla declamazione di versi e riletture di poesie futuriste liberamente reinterpretate e adattate alle musiche. L’esordio discografico avviene nel 2015 con un full lenght album intitolato "Human Textures" pubblicato per l'etichetta Lost Empires Records sul quale partecipano: Wertham, Le Cose Bianche, Naxal Protocol, ClauDedi ed il palermitano Aldo Ammirata col suo progetto Empirical Evidence. Il follow up vede la luce nel 2017 per la celeberrima etichetta spagnola GH Records con il titolo "L'alcova d'acciaio", tratto dalla celebre opera di Marinetti. L’influenza marinettiana è sempre stata presente all’interno della discografia di Gabriele Fagnani ed emerge prepotentemente anche nei testi meno guerreschi. 
Nel 2019 vede la luce il terzo lavoro intitolato "Slanci Tremori Schianti" per la storica etichetta Steinklang Records. L'album è totalmente incentrato su tematiche futuriste ed all'interno dei 12 brani vengono reinterpretate diverse poesie di Marinetti e di Valentine De Saint Point.
La musica di Solco Chiuso è puro Industrial Futurista, ogni altra catalogazione è da considerare errata e fuori luogo.

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