1917 - ::: COMUNE DI CASALECCHIO DI RENO (BO):::

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Cronologia di Casalecchio di Reno – anno 1917


Autunno – Casalecchio accoglie oltre 800 profughi del triveneto dopo la disfatta di Caporetto

Nell' autunno del 1917 una nazione allo stremo dopo due anni e mezzo di guerra, con il pane razionato e distribuito con le tessere annonarie, a Bologna le razioni di pane ammontano a 200 grammi al giorno, si appresta ad affrontare una nuova emergenza: la valanga di profughi che si riversa dalle zone occupate dall’esercito austro-ungarico, dopo la nostra rovinosa rotta di Caporetto, nelle terre a sud del Piave.  Così come fuggono le popolazioni civili, in percentuali variabili a seconda delle località, di fronte all'avanzata del nemico, anche le entità amministrative dei territori invasi vengono sgomberate, per ordine prefettizio, e ricostituite in territorio non occupato. Sulla base di queste disposizioni il comune di Susegana viene ricostituito, come simulacro di ente amministrativo retto da un Commissario Prefettizio, a Casalecchio di Reno. Nella documentazione conservata presso l'Archivio comunale di Casalecchio sono presenti i documenti relativi al Commissario Prefettizio di Susegana, che inizialmente non si deve occupare solo di quel comune ma anche di altri enti locali limitrofi, anch'essi sfollati, quali Pieve di Soligo, Refrontolo e S. Pietro di Feletto. L'attività del commissario prefettizio è quella di garantire una certa continuità amministrativa ed adempiere agli obblighi di legge quali ad esempio la pubblicazione degli atti pubblici. La sede del Commissario Prefettizio di Susegana a Casalecchio, è allestita nel villino Ghedini, un elegante edificio di recente costruzione posto nella centrale via Carducci, di fronte alla scuola comunale. Ciò è attestato anche dalle cartoline postali stampate con l’intestazione "Commissario Prefettizio di Susegana – Sede provvisoria in Casalecchio di Reno (Bologna)", utilizzate  dalla sede prefettizia per le comunicazioni istituzionali.

Alla provincia di Bologna sono assegnati 12 mila profughi e di questi ben 800 confluiscono su Casalecchio, che, in quegli anni, è un piccolo comune con una popolazione di circa 5.000 abitanti. L’alto numero di profughi arrivati a Casalecchio può essere motivato sia per la collocazione della cittadina, primo Comune dopo Bologna posto sulla ferrovia Porrettana, la principale arteria ferroviaria verso Firenze ed il sud, ma soprattutto per la vocazione turistica di Casalecchio e conseguentemente per l’alta disponibilità di seconde case dell’alta borghesia bolognese, utilizzate solo per la villeggiatura estiva e quindi vuote in quel cupo autunno di guerra, che rendono il paese sul Reno lo sbocco ideale per l’accoglienza in emergenza di un così gran numero di compatrioti sfollati. Dopo un primo periodo emergenziale si assiste al passaggio ad una fase in cui tutte le autorità preposte, Prefetture in primis, si fanno carico dell'emergenza profughi e attivano gli strumenti per operare, assieme agli enti locali, per la gestione del problema. Il Prefetto di Bologna emana un "Regolamento per l'assistenza ai profughi" presenti sul territorio della provincia che ne disciplina la gestione. In particolare il regolamento stabilisce che in tutti i Comuni della provincia in cui sono presenti profughi deve essere costituito un Comitato comunale di assistenza, presieduto dal sindaco affiancato da altri membri tra cui l'ufficiale sanitario. Il primo atto del Comitato di Casalecchio è quello di procedere ad un censimento dei profughi presenti sul territorio che, all’ultimo aggiornamento del 7 dicembre 1917, arriva al numero massimo di 823 profughi. L’atto fondamentale per il superamento degli interventi di emergenza è la creazione da parte del Governo Orlando, tra il novembre 1917 ed il gennaio 1918, dell’Alto Commissariato per i profughi di guerra che istituisce, in ogni comune del territorio nazionale nel quale vi siano profughi per cause belliche, dei Patronati che provvedano all'assistenza morale e materiale dei profughi di guerra e dei fuoriusciti irredenti, cioè coloro che hanno abbandonato i territori italiani sotto dominio asburgico all'inizio del conflitto. I componenti del Patronato di Casalecchio sono 5 cittadini, fra i quali il Prosindaco Paolo Ceroni in quanto il Sindaco Andrea Ghillini è al fronte fin dal 1915, e 2 rappresentanti dei profughi. Tra i compiti del Patronato vi sono la distribuzione dei sussidi elargiti dalla Prefettura, il reperimento e la  distribuzione di indumenti e biancheria, il reperimento, la distribuzione e la vendita a prezzo calmierato di scarpe, la visita domiciliare ai profughi per verificare le condizioni di vita, l’assistenza sanitaria con pagamento delle spese per visite, prestazioni, ricoveri e medicinali, l’accoglimento di alcuni anziani nel ricovero di mendicità e l’avviamento dei profughi al lavoro. Tra le maggiori difficolta che il Patronato si trova ad affrontare, oltre ovviamente a quelle quotidiane parimenti patite da quasi tutti i casalecchiesi, vi sono i numerosi contrasti tra i profughi affittuari, non solo negli appartamenti economici, ma anche nei villini di cui sopra, ed i proprietari che, specialmente andando verso la bella stagione, reclamano, con scarso spirito solidaristico, di poter rientrare in possesso delle loro case. 

La guerra finisce il 4 novembre 1918, ma già nelle settimane precedenti in tutto il Paese si è consapevoli che la vittoria è imminente. A Casalecchio il Patronato stila, in data 1 novembre 1918, su indicazione del Prefetto una Relazione finale sull'attività svolta fin dalla sua istituzione, anche se in realtà ci vorranno ancora molti mesi, fino all'estate del 1919, prima che gli ultimi sfollati delle terre venete e friulane riescano a lasciare la cittadina sulle rive del Reno e tornare alle loro case. I profughi infatti, per poter rientrare ai loro luoghi di residenza oltre il Piave, devono fare domanda alla Prefettura competente per territorio e quindi, considerato che questi enti hanno appena ripreso possesso delle loro funzioni in territori spesso sconvolti dalla guerra, la tempistica per l'accoglimento di queste istanze procede a rilento, condannando i profughi ad una snervante attesa. Il Patronato si ritrova perciò, quando oramai pensa di poter cessare dalle proprie funzioni, a dover gestire il lento rimpatrio dei profughi, assicurando ancora i sussidi e favorendo i contatti con le autorità competenti per il rilascio dei tanto agognati "nulla osta" al rientro nelle terre liberate.  
Solo recentemente studi d’archivio ed approfondimenti, condotti da appassionati ricercatori storici di Casalecchio di Reno e Susegana, hanno permesso, a distanza di 100 anni da quei tragici eventi, di ricostruire una vicenda storica finora ignota, facendo riavvicinare le due Amministrazioni e Comunità, unite nel ricordare quello spirito di solidarietà, vicinanza ed umana empatia emerso nel momento più difficile della Grande Guerra.

Bibliografia ed approfondimenti

Gli esuli di Caporetto: i profughi in Italia durante la Grande guerra / Daniele Ceschin, Roma [etc.] : GLF editori Laterza, 2006

Fondo Patronato Profughi nell’Archivio Storico Comunale / in L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

Famiglia, economia e società : cambiamenti demografici e trasformazioni della vita a Casalecchio di Reno, 1861-1921 / David I. Kertzer, Dennis P. Hogan, Massimo Marcolin Bologna : Il mulino, \1991

Susegana 1917-1918 : profughi occupati distruzioni / Luigi Maretto, Innocente Azzalini, Giorgio Visentin Vittorio Veneto : Dario De Bastiani, 2018 

 

La sede del Commissario Prefettizio di Susegana a Casalecchio
La sede del Commissario Prefettizio di Susegana a Casalecchio, era nel villino Ghedini (ora villa Pipes), il primo a sinistra, in una cartolina del 1913.
L'edificio al centro è casa Morandi, che ospiterà alcuni profughi. (Collezione M.Neri)

Cartolina postale intestata Commissario Prefettizio di Susegana
Cartolina postale intestata Commissario Prefettizio di Susegana – Sede Provvisoria di Casalecchio di Reno – Bologna. (Collezione M.Neri) 
 

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