1930 - ::: COMUNE DI CASALECCHIO DI RENO (BO):::

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Cronologia di Casalecchio di Reno – anno 1930


Quando i bolognesi andavano al mare…al Lido di Casalecchio
Luglio – Chiude la Filanda alla Canonica


Quando i bolognesi andavano al mare…al Lido di Casalecchio.

Il Lido nasce poco a poco, in sordina, senza tagli del nastro e autorità, grazie al passaparola della gente che lo frequenta. Inizialmente casalecchiesi, gente di “casa” che col fiume convive quotidianamente traendone anche, in molti casi e per lungo tempo, di che vivere. Il Reno dà lavoro (pesce, ranocchi, legna, ecc.), ma regala anche divertimento e spensieratezza: bagni, tuffi, “sblisgarole”, sono i passatempi estivi dei bagnanti. Per diverso tempo, quindi, il suo utilizzo è occasionale ed, in parte, economico, e non un fenomeno di massa come dagli anni 30 ai giorni nostri, con una lunga sospensione a dire il vero…   Fino a tutto l’800 sono ancora le sole famiglie dell’antica nobiltà bolognese ed i loro illustri ospiti, oppure professionisti, industriali e commercianti bolognesi a trascorrere qui i mesi estivi, nelle belle villette che si sono costruiti e di cui rimangono graziosi esempi in via Garibaldi che ricordano la Belle Epoque casalecchiese, attratti da ristoranti, alberghi, una piacevole vita mondana e dalla mitezza del clima. 

Si potrebbe dire che il Lido, come lo conosciamo oggi nasce da due eventi disastrosi, apparentemente non in relazione, ma che a Casalecchio trovano un particolare ed inaspettato punto d’incontro: la grande piena del Reno del 1893 e la Grande Guerra.
Dopo la grande piena del 1893, che ha minacciato il ponte e lasciato in secca il canale, una volta ritiratesi le acque e terminati i lavori di posa delle burghe e di riassetto dell’intera opera idraulica, ci si è accorti che ha trasformato il paesaggio a monte della Chiusa nuova,  sulla sinistra, formando un bel prato. Le piene annuali hanno quindi colmato le asperità delle burghe con uno strato di sabbia e terra fine,  poi è cresciuta l’erba. Quel prato, lambito dall’acqua del Reno, era però di difficile accesso: vi si arrivava solo da una porta stagna di ferro posta nel muro del Repellente, la cui chiave era gelosamente tenuta da un custode abitante nella casina addossata al Repellente stesso. Questo non costituiva un problema per gli scaltri casalecchiesi: bastava scendere in Reno per la strada dei birocciai, sulla sponda destra a fianco del ponte, percorrere un sentiero ghiaioso fino ai masgnon, i ruderi dell’antica Chiusa del 1327, attraversare il letto del fiume quasi secco sotto il pelago della Chiusa e raggiungere il fondo della platea della Chiusa nuova dove, superato un dislivello di un paio di metri grazie ad una improvvisata, ma funzionale, piramide di sassoni, si poteva risalire la stessa Chiusa e raggiungere il bel prato in riva al fiume e fare il bagno e divertirsi tranquillamente.
L’altro elemento all’origine del Lido lo si può individuare nella Grande Guerra. Finita poco più di 10 anni prima, essa ha lasciato dolorose eredità nella Comunità casalecchiese che conta tanti morti, dispersi, mutilati e feriti e sente di non avere ancora saldato il debito morale e materiale con i reduci, anche se diverse iniziative sono già state intraprese, come la consegna nel 1926 della Casa dei Mutilati di via Giordani alla Società Cooperativa Mutilati. Il fiume, con quel crescente affluire di gente, rappresenta un'occasione per integrare la pensione dei mutilati e invalidi di Guerra e l'Associazione che li rappresenta pare in grado di gestire bene il “Lido”. Vengono costruite alcune strutture, una cabina come spogliatoio per le signore, un rudimentale guardaroba e allestito un semplice bar, con una tinozza piena di acqua e ghiaccio per tenere in fresco le bibite. Una piccola cassa fa la sua comparsa nella zona d'accesso alla spiaggia, l'ingresso costa 5 soldi (25 centesimi) per chi viene dalla città, mentre per i casalecchiesi è gratuito. Nell'estate del '32, dal resoconto dei biglietti staccati, le persone che nei giorni festivi si recano al Lido sono circa 10.000 con punte di 20.000 durante la settimana di Ferragosto. Nella stagione successiva vengono costruite le latrine, sistemati spogliatoi e docce e viene appaltato il servizio ad un vero gestore che, dedotte le spese, versa gli utili alla cassa dei Mutilati. Vengono anche montate tende e ombrelloni, mentre Adelmo Sandri rileva il buffet, trasformandolo in un delizioso ristorantino, dove si mangia all'insegna della buona cucina bolognese e della fragrante frittura del Reno, portata freschissima, momento per momento, dai pescatori di Casalecchio. L'anno di maggior fulgore è il 1939 e nel 1942 il Lido ha il primo "Regolamento di Balneazione". Il Lido vive questa bella atmosfera marittima fino ai bombardamenti del 1943/45 che dissolvono in pochi mesi  la voglia di divertimento e spensieratezza come ci racconta, con tanta malinconia, Carlo Venturi nel suo bel libro Gente di Casalecchio.

Bibliografia ed approfondimenti

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

Lido ieri, Lido oggi : iniziativa promossa dal Comitato per la riapertura del Lido di Casalecchio,  Casalecchio di Reno : il Comune, \1998?!

Gente di Casalecchio / Carlo Venturi Bologna : Compositori, c2004

Guida alla visita della Chiusa di Casalecchio ed al primo tratto del Canale di Reno / Pier Luigi Chierici, Casalecchio di Reno : [realizzazione editoriale a cura di] Casalecchio Insieme Onlus, stampa 2011

Saluti da Casalecchio di Reno : fatti, luoghi e personaggi del suo passato / Vincenzo Paioli Bologna : Ponte nuovo, stampa 1996 

La sistemazione ottocentesca della sponda del Reno e la costruzione del Lido di Casalecchio / Pier Luigi Chierici, [S.l. : s.n.], stampa 2001 (Casalecchio di Reno : Comune)

 

Lido di Casalecchio nel 1930
Il Lido, affollato dai bagnanti, in una calda estate degli anni ’30 (Archivio fotogr. Biblioteca C.Pavese)
 


Luglio - Chiude la Filanda alla Canonica.

Il 1929 era stato un anno fatale per la filanda alla Canonica, come viene comunemente chiamato dai casalecchiese lo storico canapificio: inaugurato nel 1856 ed assorbito nel 1905 dalla Società Linificio Canapificio Nazionale vede la sua chiusura proprio nel luglio 1930. La crisi della canapa in zona, causata dal repentino abbassamento delle temperature, ma soprattutto i danni strutturali causati dal terremoto e le scelte commerciali dei proprietari milanesi, che decidono di spostare la produzione in altri stabilimenti, portano alla conclusione di una esperienza imprenditoriale al centro delle trasformazioni socioeconomiche di Casalecchio dalla metà dell’800.

Nonostante la chiusura delle attività produttive, l’edificio e le sue pertinenze non rimangono a lungo inutilizzati: le autorità militari della confinante caserma della Bastia possono disporre di alcuni locali dell’ex stabilimento, mentre altri verranno convertiti al nuovo uso negli anni successivi. Negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale il vecchio edificio, nel frattempo ormai dismesso anche agli usi militari, viene in gran parte distrutto dai bombardamenti ed i suoi locali svuotati da quanto può essere utilizzato o venduto.                      

Bibliografia ed approfondimenti

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

Gente di Casalecchio / Carlo Venturi Bologna : Compositori, c2004

Saluti da Casalecchio di Reno : fatti, luoghi e personaggi del suo passato / Vincenzo Paioli Bologna : Ponte nuovo, stampa 1996.    

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