1922 - ::: COMUNE DI CASALECCHIO DI RENO (BO):::

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Cronologia di Casalecchio di Reno – anno 1922


La Savoia F.B.C: la breve, ma intensa epopea di una società calcistica
Apre la Hatu’ in via Ronzani

25 giugno – Il Consiglio Comunale si dichiara dimissionario


La Savoia F.B.C: la breve, ma intensa epopea di una società calcistica

La nascita nel 1921 della S.S.Casalecchio non può ovviamente monopolizzare la passione calcistica dei giovani casalecchiesi. Sia per divergenze organizzative e sociali sia per l’impossibilità, da parte di un’unica società, di dare spazio a tutti i calciatori locali, una dopo l’altra nascono altre realtà che danno modo a molti ragazzi di svolgere, con giustificata ragione, quella attività agonistica altrimenti preclusa. Nel 1922 si contano già diverse compagini composte da ragazzini nati nel paese: SCAG, Giovani Calciatori, Vittoria, Alba, Croce, G.S.Italia e Savoia. Fra queste è proprio la Savoia F.B.C., con sede sociale presso il Bar Savoia nell’attuale via Marconi, che si consolida, intensifica la sua attività ed in seguito assorbe altri gruppi. Tra i soci fondatori vi sono Antimaco Puccetti, Mario e Primo Ventura, Antonio Venturi ed anche Arnaldo Frascaroli, che diventerà poi storico calciatore, allenatore e dirigente della S.S.Casalecchio. Nel pedigree della Savoia si rilevano ben tre secondi posti nella prestigiosa Coppa Guido Tioli, negli anni 1925/26/27, Il 26 dicembre del 1925 vi è l’inaugurazione ufficiale del gagliardetto con la partecipazione della madrina Gaddoni Mandriella. Nonostante l’entusiasmo iniziale ed i buoni risultati raggiunti già nel 1928 avviene la fusione con la S.S.Casalecchio che sancisce la conclusione della breve, ma intensa epopea della Savoia F.B.C.     

Bibliografia ed approfondimenti

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

Settant'anni di calcio : 1921-1991 / Società Sportiva Casalecchio, Bologna : Tipografia Masi, stampa 1991

Società Sportiva Casalecchio: 50 anni di storia e di appassionanti competizioni sportive / memorie ed appunti di Arnaldo Frascaroli ; raccolti e ordinati dallo Studio A & E, [S.l. : s.n.], stampa 1971 ([Bologna] : Tipolitografia Jolly)
 


Apre la Hatu’ in via Ronzani

Fin quasi alla fine degli anni dieci del novecento via Ronzani non è certamente quella strada fortemente urbanizzata in continuità col centro del paese come la conosciamo oggi. E’ costeggiata a destra dalla ferrovia, mentre a sinistra, dopo il grande stabilimento della Birreria Ronzani, vi sono pochi edifici come le abitazioni fatte costruire dalle Ferrovie dello Stato per i propri dipendenti e la villetta dell’Ing. Mazzanti, futuro Podestà di Casalecchio dal 1929 al 1938, poi la strada entra in aperta campagna, dirigendosi verso San Biagio, dove vi sono alcuni casolari…ma all’inizio degli anni venti questa zona vede sorgere una dopo l’altra varie  attività ed aziende.

La prima azienda, ma già presente nel periodo bellico, è la Società  Italo-Americana pel petrolio, poi diventata il deposito di prodotti petroliferi della Esso, con annessi l’abitazione del Direttore e gli uffici, poi per un breve periodo è attivo il laboratorio di Gaetano Maccaferri per la produzione di abitazioni prefabbricate in materiale gessoso. Quasi contemporaneamente il sig. Luigi Goldoni acquisisce una partecipazione nella società Hatu’, nome derivato dai proprietari tedeschi Hartman e Thuporn, appena creata subito dopo il deposito di prodotti petroliferi, e specializzata nella produzione di oggetti in gomma. Gaetano Maccaferri, incuriosito dai possibili sviluppi di mercato di guanti in gomma, tettarelle per biberon, succhiotti per bambini e profilattici in lattice, entra in società con Luigi Goldoni. La produzione di questi oggetti, tuttavia, è altamente pericolosa in considerazione dell’infiammabilità dei materiali ed un giorno, anche a causa di un’inadeguata ventilazione dei locali, vi è un grosso incendio. Fortunatamente in quel momento non vi sono impiegati ed operai ed i danni sono unicamente a macchinari e struttura. L’esito dell’incendio senza vittime merita una gita di pellegrinaggio a San Luca che diventerà poi negli anni seguenti una piacevole consuetudine per i dipendenti dell’Hatu’. Hartman e Thuporn rimangono però turbati da quanto accaduto e si accordano per lasciare a Goldoni e Maccaferri la totale responsabilità e gestione dell’azienda, che entra nell’orbita delle Officine Maccaferri di Zola Predosa. La ditta successivamente si amplia con l’acquisizione nel 1927 della ICO, l’Istituto Chimico Terapeutico che produce siringhe, aghi ipodermici e termometri, ed alle soglie della Seconda Guerra Mondiale arriva ad occupare circa 600 persone, quasi tutte donne, molte di queste rimaste disoccupate a seguito della chiusura del canapificio alla Canonica. Negli anni ’30 l’uso di parole straniere, anche nei nomi aziendali, viene contrastato dall’autarchia linguistica imposta dal Regime fascista e si avverte il rischio che anche il nome Hatu’, che deriva dalle iniziali dei fondatori tedeschi, debba essere abbandonato. Certamente non è facile lasciare un nome ormai noto, consolidato nell’uso quotidiano e, per i profilattici, quasi un sinonimo per indicare la generalità di quegli “oggetti” in commercio. Non si sa esattamente chi sia il geniale inventore, ma in azienda, con un virtuoso gioco linguistico, a qualcuno viene in mente di considerare le originali iniziali Ha e Tu come l’acronimo di HAbemus TUtorem, Immediatamente può partire per Roma una “romanissima” spiegazione che risulterà particolarmente apprezzata. Fin dal 1923 a dirigerla è chiamato Francesco Leuratti, un giovane ed intraprendente chimico, che gestirà anche la ricostruzione post bellica dell’azienda andata totalmente distrutta con i bombardamenti del 1943/45. Negli anni sessanta la direzione passa nelle mani dell’ing. Giuseppe Signoretti, genero di Leuratti, che consolida la posizione di leadership dell’azienda nel mercato nazionale, Poi un succedersi di passaggi di proprietà, crisi del mercato, fusioni ed accorpamenti aziendali portano alla chiusura dello stabilimento nel 2011.

Bibliografia ed approfondimenti

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

Gli Stabilimenti produttivi / Andrea Papetti in La strada ferrata a Casalecchio di Reno / Alberto Cavalieri ... [et al.] ; prefazione di Pierluigi Chierici, Casalecchio di Reno : Casalecchio insieme, 2012

Casalecchio di Reno. Una città, la sua storia, la sua anima, a cura di Pier Luigi Chierici, Marco e Angelo Stadiotti, Carnate, Telesio, 2003

Lunario casalecchiese anno 2016; 1995-. - [S. l. : s. n., 1995]- (Crespellano : Delta grafiche [poi] Savignano sul Panaro : Tipolitografia  

Lo stabilimento Hatu’ in via Ronzani
Lo stabilimento Hatu’ in via Ronzani (immagine tratta da cartolina pubblicitaria anni '30 Archivio fotogr.Bibl. C.Pavese)
 


25 giugno – Il Consiglio Comunale si dichiara dimissionario.  

Gli agrari bolognesi, minacciati nel loro potere economico e politico, si avvicinano sempre più al movimento fascista vedendolo in funzione antisovversiva e come il braccio armato ideale nella lotta contro il movimento operaio e contadino.
Nel biennio 1921/22 squadre di fascisti provenienti da Bologna devastano le sedi casalecchiesi della Camera del Lavoro, della Cooperativa di Consumo, del Circolo ex Combattenti di via Tripoli, che alla fine dell’anno verrà trasformato in Dopolavoro gestito da persone di fiducia, e sottopongono gli avversari politici a minacce e soprusi. Gli squadristi casalecchiesi invece si recano più volentieri a compiere le loro azioni intimidatorie nei Comuni circostanti: Casalecchio è fondamentalmente un paesone dove ci si incrocia tutti i giorni e quindi appare opportuno mantenere un rapporto poco conflittuale coi propri concittadini. Le intimidazioni sono all’ordine del giorno ed inevitabilmente si assiste ad un aumento delle iscrizioni al Partito Nazionale Fascista, l’evoluzione in partito dei Fasci Italiani di Combattimento, da parte di bottegai, artigiani, impiegati di fabbriche locali e poi anche di operai. In conseguenza di questa caduta dell’appoggio popolare nella seduta consiliare del 25 giugno 1922, nella quale sono presenti 12 consiglieri, viene messo ai voti e approvato all’unanimità il seguente ordine del giorno: «Il Consiglio, considerando che la classe operaia del Comune, la cui grande maggioranza confortò col proprio voto e col proprio appoggio l’amministrazione comunale, è in parte passata in campo politico avverso, risultando così alterata la situazione locale, traendo da tale fatto le necessarie conseguenze, ravvisa l’impossibilità di rimanere in carica, come di accedere alle raccomandazioni prefettizie, e delibera di ritenersi dimissionario». Da tale giorno il Comune viene retto da un Commissario Prefettizio, Dottor. Guglielmo Froggio, incaricato di reggere provvisoriamente l’amministrazione comunale. Egli delibera dall’8 luglio al 30 dicembre 1922 portando il Comune alle elezioni del 21 Gennaio 1923.

Bibliografia ed approfondimenti

1913-1922, un decennio storico per Bologna: dalla rivoluzione rossa alla reazione nera / Nazario Sauro Onofri, in Bologna 1920. Le origini del fascismo, a cura di Luciano Casali, Bologna, Cappelli, 1982

Antifascismo e resistenza a Casalecchio di Reno : documenti e testimonianze / a cura di Graziano Zappi 'Mirco', Bologna : Libreria Beriozka!, 1988

I casalecchiesi raccontano : testimonianze dell'altro secolo / [raccolte da Graziano Zappi ; con l'ausilio di Carlo Venturi!, [Bologna! : Aspasia, 2003

 

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