1921 - ::: COMUNE DI CASALECCHIO DI RENO (BO):::

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Cronologia di Casalecchio di Reno – anno 1921


21 gennaio – Dalla scissione di Livorno alla costituzione della Sezione Comunista di Casalecchio
21 aprile – Viene fondata la S.S. Casalecchio
31 ottobre ore 6.47 – Giunge a Casalecchio il treno diretto a Roma con la salma del Milite Ignoto
4 novembre – Onoranze al Milite Ignoto in Piazza Umberto I in occasione della sua tumulazione al Vittoriano


21 gennaio Dalla scissione di Livorno alla costituzione della Sezione Comunista di Casalecchio

Il socialismo italiano, già sconfitto in diverse occasioni nel corso dell'occupazione delle fabbriche, conosce un altro significativo momento quando si separa l'ala più massimalista per dare vita ad un nuovo partito, quello comunista.
Emerge l'esigenza di dare alla classe operaia un riferimento radicalmente diverso dalla tradizione pseudorivoluzionaria del Partito Socialista e di costituire un nuovo organo, il Partito Comunista, considerato indispensabile per la rivoluzione proletaria, da molti auspicata, e ciò porta, nel mese di ottobre del 1920, al consolidamento della frazione comunista in seno al PSI. In essa si riuniscono l'area che fa capo a Bordiga, principale ispiratore ed organizzatore della frazione, il Gruppo torinese,  che si sviluppa attorno a Gramsci e a L'Ordine Nuovo, esponenti del massimalismo di sinistra e gran parte della Federazione giovanile socialista: l'atto ufficiale di costituzione è un manifesto-programma, sottoscritto a Milano il 15 ottobre 1920 da Bordiga, Gramsci, Misiano, Terracini, Bombacci, Repossi, Fortichiari e Polano. Pochi giorni dopo la frazione ha l'approvazione di Zinov'ev che, anche a nome di Lenin, Trockij e Bucharin, sottolinea come essa costituisca l'unico appoggio dell'Internazionale Comunista in Italia. La mozione che i comunisti vorrebbero presentare all’imminente congresso socialista è ratificata definitivamente in un convegno svoltosi al Teatro comunale di Imola tra il 28 e il 29 novembre 1920, per questo conosciuta anche come “mozione di Imola”. Nelle intenzioni vi è la trasformazione del Partito socialista in Partito comunista  ma l'ipotesi della scissione è già concretamente delineata.
Al momento dell'apertura del congresso socialista, il 15 gennaio 1921 al Teatro Goldoni di Livorno, la scissione a sinistra è ormai l'ipotesi di gran lunga più probabile. Lo svolgimento dei congressi provinciali, infatti, aveva assegnato la maggioranza (circa 100.000 voti) agli unitari di Serrati, mentre ai comunisti erano andati 60.000 suffragi e ai concentrazionisti 15.000. Il dibattito si svolge in un clima particolarmente turbolento e sono frequenti le interruzioni causate dalle aspre ed animate discussioni che evidenziano l’impossibilità di giungere a qualsivoglia mediazione.  La mattina del 21 gennaio, dopo la proclamazione di risultati definitivi, che ricalcano quelli delle assemblee provinciali, Bordiga può quindi formalizzare la scissione. I delegati della frazione comunista abbandonano il Congresso ed escono dal Teatro Goldoni al canto dell'Internazionale e, come indicato da Bordiga, si recano a svolgere il Congresso fondativo del Partito Comunista al Teatro San Marco. Il Congresso si svolge in due sessioni nel corso della sola giornata di venerdì 21 gennaio, e si limita a dare al nascente partito un primo inquadramento organizzativo, viene scelta Milano come sede centrale del partito e come organo ufficiale, Il Comunista. La costituzione del Partito Comunista d’Italia è completata il 27 gennaio con il Congresso di Firenze della Federazione giovanile socialista, che decide a larghissima maggioranza di ritirare la propria adesione al Partito socialista per aderire, col nome di Federazione Giovanile Comunista Italiana, al nuovo Partito comunista.

A Casalecchio la Sezione comunista si costituisce verso la fine del 1921 e ne fanno parte, tra gli altri, Aldo Bolognini, Gaetano Masetti, Marino Serenari e Guglielmo Paioli che nei mesi successivi saranno fra i principali animatori dell’antifascismo casalecchiese ed in provincia, partecipando a scioperi e  criticando apertamente le scarse misure, se non l’appoggio, delle Autorità alle provocazioni ed alle violenze squadriste. Con l’avvento del regime fascista svolgeranno attività clandestina di stampa ed  affissione di manifestini, isseranno più volte la bandiera rossa su edifici pubblici e fabbriche e per questo saranno più volte arrestati e condannati dal Tribunale speciale a pene detentive o di vigilanza. Dopo l’emanazione delle leggi eccezionali, che vieteranno l’espressione di qualsiasi opposizione al regime, alcuni sceglieranno la latitanza o l’espatrio per continuare a sostenere e promuovere le proprie idee.      

Bibliografia ed approfondimenti

1913-1922, un decennio storico per Bologna: dalla rivoluzione rossa alla reazione nera / Nazario Sauro Onofri, in Bologna 1920. Le origini del fascismo, a cura di Luciano Casali, Bologna, Cappelli, 1982

Antifascismo e resistenza a Casalecchio di Reno : documenti e testimonianze / a cura di Graziano Zappi 'Mirco', Bologna : Libreria Beriozka, 1988

I casalecchiesi raccontano : testimonianze dell'altro secolo / [raccolte da Graziano Zappi ; con l'ausilio di Carlo Venturi!, [Bologna : Aspasia, 2003
 


21 aprile – Viene fondata la S.S. Casalecchio 

Già da qualche anno il calcio coinvolge numerosi ragazzi del paese;  corrono su alcuni campi che fiancheggiano il fiume Reno, tra il Tiro a Volo e l’Albergo Brunetti da una parte e tra lo spiazzo del mercato e la Fondazza dall’altro. Si sente, tuttavia, la necessità di avere una squadra che possa rappresentare nel nome la cittadina e raccolga l’entusiasmo delle migliori promesse del calcio locale. Lunghe ed animate conversazioni tra grandi appassionati portano alla costituzione della S.S.Casalecchio il 21 aprile 1921. Questi pionieri sono il dott.Andrea Ghillini, Enrico Sarti, Ubaldo Francia, Giuseppe Solieri, Danilo Matteuzzi, Pietro Negroni, Luigi Ventura, Alberto Cremonini, Ruggero Mela, Gino Fanesi e quello che sarà il primo storico Presidente della neonata società fino al 1928, l’ing. Guglielmo Ronzani che ne sarà anche una sorta di mecenate, sponsor e promotore a tutto tondo. La squadra biancoverde viene chiamata “la squadra dei milionari” perché, ovviamente, in assenza di ogni forma di professionismo, solo i figli della buona società casalecchiese possono permettersi di pagarsi tutte le spese senza guadagnarci neanche una lira pur di soddisfare la loro passione.     
Il primo terreno di gioco consiste in un rettangolo di campo situato tra i filari di uva in fondo all’attuale via Verdi, sulla sinistra. Fin dalle origini il cantore della S.S.Casalecchio, nonchè in generale dello sport casalecchiese, è Arnaldo Frascaroli, esperto corrispondente di Stadio. Della società Frascaroli sarà anche calciatore, allenatore e dirigente, ma dalla sua attenta cronaca sportiva ci rimane uno dei primissimi organici della squadra: Scandellari, Landi, Pancaldi, Matteuzzi, Zanotti, Bruni, Lelli, Sarti, Marcovigi, Barbieri, Carrobbio, Mazzoli, Brunè, Lamma.

Per un campo regolare si deve attendere qualche tempo, poi se ne costruisce uno poco lontano, dietro al Ristorante Biagi, che passerà alla storia. Quello è davvero un bel campo, dotato anche di una tribuna in legno, un vero lusso per quegli anni. Il campo sarà denominato Maracanà,  e risulterà spesso e volentieri una fortezza inespugnabile per la maggior parte degli avversari: memorabile la stagione 1926/27 in cui la S.S.Casalecchio vince un campionato di terza divisione, senza perdere nemmeno una partita e con due soli pareggi imposti dalla Fortitudo Bologna. Alla fine della stagione, ben tre gioielli di quella formazione, Cogolli, Ghillini e Tioli, passeranno al Bologna F.C. Nel 1928 avviene la fusione con un’altra società, la Savoia, datata 1922, ed alla cui fondazione aveva partecipato anche Arnaldo Frascaroli. La fusione è un momento fondamentale per il calcio a Casalecchio perché permette un notevole incremento dell’attività giovanile con squadre che poi vanno a vincere tornei in giro per la provincia e non solo. Degli anni d’oro rimane anche memoria di contesissimi tornei organizzati dalla S.S.Casalecchio quali la Coppa Guido Tioli (5 edizioni tra il 1925 ed il 1929), la Coppa Ronzani (“quasi” 4 edizioni tra il 1930 ed il 1944) ed il Torneo dei Bar. Alla Coppa Ronzani del 1944 si può correlare uno dei momenti più tragici della storia di Casalecchio perché il torneo, che vede la partecipazione di ben 8 squadre anche di Bologna, Calderara e Monte S.Pietro, oltre a cinque formazioni dei Caffè casalecchiesi, si svolge regolarmente nella fase a gironi, ma la finale tra  Dopolavoro Main Bologna e Caffè Umberto, vincitrici dei due gironi, non si può disputare a causa del primo bombardamento su Casalecchio del 16 giugno 1944.                                                                     

Bibliografia ed approfondimenti

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

Lunario casalecchiese anno 2013; 1995-. - [S. l. : s. n., 1995]- (Crespellano : Delta grafiche [poi] Savignano sul Panaro : Tipolitografia

Settant'anni di calcio : 1921-1991 / Società Sportiva Casalecchio, Bologna : Tipografia Masi, stampa 1991

Società Sportiva Casalecchio: 50 anni di storia e di appassionanti competizioni sportive / memorie ed appunti di Arnaldo Frascaroli ; raccolti e ordinati dallo Studio A & E, [S.l. : s.n.], stampa 1971 ([Bologna] : Tipolitografia Jolly)

Stemma alla fondazione della S.S.Casalecchio         
Stemma alla fondazione della S.S.Casalecchio (da Società Sportiva Casalecchio: 50 anni di storia e di appassionanti competizioni sportive, op.cit in bibliografia)

Una formazione del 1923/24 della S.S.Casalecchio
Una formazione del 1923/24 della S.S.Casalecchio (da Società Sportiva Casalecchio: 50 anni di storia e di appassionanti competizioni sportive, op.cit in bibliografia)
 


31 ottobre ore 6.47 Giunge a Casalecchio il treno diretto a Roma con la salma del Milite Ignoto.

In Italia il primo a proporre l’introduzione della figura del Milite Ignoto è il colonnello Giulio Douhet, che ne scrive in un articolo del 1920 sul periodico del suo movimento, “Il Dovere”. L’idea di una simbolica tomba per i morti in guerra non riconosciuti, nata nei mesi precedenti in Francia e Inghilterra, appare il giusto e meritato riconoscimento al loro sacrificio per la Patria. La proposta viene portata in Parlamento dall’On. Cesare Maria De Vecchi, e diventa legge il 4 agosto 1921. Il Ministro della Guerra Luigi Gasparotto ordina quindi di riunire undici salme di soldati e di sceglierne una da seppellire a Roma. Allo scopo viene nominata una commissione composta da sei militari, scelti in modo che tutte le gerarchie dell’esercito siano rappresentate: un generale, un colonnello, un tenente mutilato e un sergente decorati con medaglia d’oro, un caporal maggiore e un soldato semplice decorati con medaglia d’argento. Nel suo articolo Douhet propone come luogo di sepoltura il Pantheon, dove sono presenti le tombe dei Savoia e di artisti come Raffaello Sanzio e Annibale Carracci, ma la proposta non viene accolta, Quando la Camera dei deputati vota all’unanimità la legge sulla «Sepoltura della salma di un soldato ignoto» sceglie invece il Vittoriano, consegnando al monumento, già molto criticato per le sue ridondanti dimensioni, un nuovo ruolo solenne e rispettato. La scelta della salma da tumulare a Roma è affidata a Maria Bergamas madre del volontario irredento Antonio Bergamas che aveva disertato dall’esercito austriaco per unirsi a quello italiano, ed era caduto in combattimento senza che il suo corpo fosse ritrovato. Il 26 ottobre 1921 nella Basilica di Aquileia Maria Bergamas sceglie il corpo di un soldato tra undici salme di caduti in diverse aree del fronte e non identificabili. La donna, posta di fronte alle bare allineate, dopo essere passata davanti alle prime, gridando il nome del figlio, si accascia al suolo davanti ad una bara, che viene scelta, mentre le altre vengono tumulate nel locale cimitero di guerra.

La bara è deposta su un affusto di cannone in un carro funebre ferroviario, addobbato con corone di fiori e bandiere, realizzato per l’occasione: ai lati del carro si elevano otto colonne di legno in nero ed oro che reggono agganciati sei fucili, per tetto un telo nero con trapunta in oro ricamata con una grande croce di guerra e tutto intorno un drappeggio decorato e recante il verso dantesco “L’ombra sua torna che era dipartita”. Sul carro la salma è scortata da veterani della guerra insigniti di Medaglia d’Oro al Valore.

Il convoglio parte dalla stazione di Aquileia alle 8 del mattino del 29 ottobre. Il viaggio si compie sulla linea Aquileia-Venezia-Bologna-Firenze-Roma a velocità moderatissima in modo che presso ciascuna stazione la popolazione abbia modo di onorare il caduto-simbolo, come in un materno ed amorevole abbraccio. Sono migliaia gli Italiani che attendono, a volte anche per ore, il passaggio del convoglio al fine di poter rendere omaggio al Milite Ignoto, Il treno infatti si ferma praticamente in tutte le stazioni. La sera del 30 il treno giunge a Bologna accolto dalle fiaccole rosse e dal suono delle campane e la mattina seguente riparte verso Firenze transitando sulla linea Porrettana. Il feretro giunge alla stazione di Casalecchio alle 6.47 del 31 ottobre e vi si ferma per 5 minuti, accolto da diverse centinaia di persone commosse: le donne si inginocchiano e gli uomini, allineati e curvi, assistono silenziosi al mesto passaggio insieme a Don Ercolani e ad altri Parroci delle vicinanze. Nonostante l’ordine del Sindaco di Bologna Francesco Zanardi, socialista e neutralista, che proibisce la partecipazione alla cerimonia, anche il Sindaco socialista di Casalecchio Vito Sandri decide di condividere coi suoi concittadini, con le vedove e con gli orfani di guerra, coi mutilati quel passaggio traboccante di gratitudine e senso della Patria.          

Bibliografia ed approfondimenti

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

Cara Porrettana ... : (la linea Bologna-Pistoia tra storia e leggenda) / M. Panconesi, M. Colliva, S. Franchini Bologna : Ponte nuovo, 1982

La leggenda del soldato sconosciuto all'Altare della patria / Lorenzo Cadeddu ; prefazione di Roberto Cartocci, Udine : Gaspari, 2001

Lunario casalecchiese anno 2016; 1995-. - [S. l. : s. n., 1995]- (Crespellano : Delta grafiche [poi] Savignano sul Panaro : Tipolitografia  

La morte per la patria : la celebrazione dei caduti dal Risorgimento alla Repubblica / a cura di Oliver Janz e Lutz Klinkhammer ; saggi di Roberto Balzani ... [et al.], Roma : Donzelli, 2008

Il milite ignoto / Giorgio Pecorini, Palermo : Sellerio, [1983]

L'impresa di Fiume; Il milite ignoto; La marcia su Roma  in Il primo dopoguerra, 1919-1922, [Roma : Istituto Luce, [2006!, 1 DVD video (ca. 70 min.)

Saluti da Casalecchio di Reno : fatti, luoghi e personaggi del suo passato / Vincenzo Paioli Bologna : Ponte nuovo, stampa 1996 

Il carro ferroviario del Milite Ignoto
Il carro ferroviario del Milite Ignoto (immagine di pubblico dominio in quanto foto semplice a carattere non artistico scattata in Italia oltre 20 anni fa)

Tumulazione della salma del Milite Ignoto al Vittoriano o Altare della Patria
Tumulazione della salma del Milite Ignoto al Vittoriano o Altare della Patria (immagine di pubblico dominio in quanto foto semplice a carattere non artistico scattata in Italia oltre 20 anni fa
 


4 novembre Onoranze al Milite Ignoto in Piazza Umberto I in occasione della sua tumulazione al Vittoriano. 

La cerimonia patriottica inerente il Milite Ignoto ha il suo epilogo nella capitale. Il convoglio funebre giunge a Roma il 2 novembre accolto da migliaia di persone, da tutte le Rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti, dal Re Vittorio Emanuele III, da decine di Autorità civili, militari e religiose, e dalle bandiere di tutti i Reggimenti. Il feretro viene portato da un gruppo di decorati di Medaglia d’Oro a Santa Maria degli Angeli e lì omaggiato per due giorni da persone giunte anche da località molto lontane. La salma viene posta nel Vittoriano, o Altare della Patria, il 4 novembre 1921. L’epigrafe riporta la scritta Ignoto militi e le date MCMXV e MCMXVIII, gli anni di inizio e conclusione del conflitto.

Nella giornata della tumulazione anche Casalecchio rende omaggio al Milite Ignoto, simbolico rappresentante di tutti i suoi figli caduti nella Grande Guerra. In Piazza Umberto I, ora Piazza della Repubblica, viene allestito un altare addobbato con fiori e bandiere e celebrata una solenne Messa con la spontanea e sentita partecipazione di molti casalecchiesi.

Bibliografia ed approfondimenti

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

La leggenda del soldato sconosciuto all'Altare della patria / Lorenzo Cadeddu ; prefazione di Roberto Cartocci, Udine : Gaspari, 2001

Lunario casalecchiese anno 2016; 1995-. - [S. l. : s. n., 1995]- (Crespellano : Delta grafiche [poi] Savignano sul Panaro : Tipolitografia  

Onoranze al Milite Ignoto in Piazza Umberto I
Onoranze al Milite Ignoto in Piazza Umberto I (Archivio fotografico Bibl.C.Pavese)

Onoranze al Milite Ignoto in Piazza Umberto I
Onoranze al Milite Ignoto in Piazza Umberto I (Archivio fotografico Bibl.C.Pavese)

 

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