1863 - ::: COMUNE DI CASALECCHIO DI RENO (BO):::

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Cronologia di Casalecchio di Reno – anno 1863


Maggio - L'ingegnere Antonio Zannoni scopre, nella zona denominata Cà Bianca, il cunicolo dell’acquedotto romano che scendeva nel territorio di Casalecchio

L'opera più insigne e grandiosa lasciata dai Romani a Casalecchio e che rimane tuttora un monumento perenne alla loro civiltà, è l'Acquedotto del Setta. L'acquedotto si fa risalire all’età augustea: sarebbe stato proprio l'imperatore Augusto ad avviare il lavoro o perlomeno a finanziarlo, per portare buona acqua a Bononia. Nel caso di Bononia, il Reno non garantiva un'acqua di buona qualità perché, a monte di Casalecchio e fin quasi a Sasso, il fiume si perdeva in una specie di malsana palude. Meglio l'acqua del Setta, che era anche più dolce e meno calcarea.

A differenza di tutti gli altri acquedotti romani, in superficie, alti lunghi ed imponenti, quello bolognese era l'unico scavato interamente in galleria: un cunicolo di quasi 20 chilometri. Uscendo dal Setta costeggiava la sponda destra del Reno, per inoltrarsi in galleria sotto le colline di Casalecchio e poi di Bologna per uscire fuori dall’attuale Porta D'Azeglio. Il cunicolo era in parte tagliato nella viva roccia ed in parte rivestito di mattoni, un piccolo corridoio usciva dal colle prima della località Croce poi il cunicolo si interrava nuovamente fino a grande profondità. L'acquedotto sotterraneo, progettato da ottimi gromatici e realizzato da esperte maestranze, manteneva una pendenza costante dell’1,5 per mille: un'opera straordinaria per grandezza e precisione.          

Finché era stata assicurata la manutenzione, cioè fino all'Alto Medioevo, l'acquedotto romano aveva dato acqua alla città, poi, con le invasioni barbariche, era iniziato un periodo d'incuria. Alcuni smottamenti all'interno avevano interrotto il flusso e dell'opera, per un migliaio d'anni, si era persa quasi la memoria.

Nel 1861, con l'Unità d'Italia, i nuovi amministratori del Comune di Bologna sentono l'esigenza di dotare la città di un moderno impianto idrico e con la scoperta nel centro cittadino di antiche tubazioni, probabilmente le parti terminali dell’antico acquedotto augusteo, Antonio Zannoni, ingegnere ed archeologo, ha la brillante idea di riattivare l’antica struttura. Nel maggio 1863, in occasione del ripristino di un tratto collinare della galleria, Antonio Zannoni scopre a Casalecchio in località Cà Bianca, un cunicolo, rivestito in laterizi legati con calce e pietrame, che si dipana inclinandosi in profondità verso il fiume Reno e che probabilmente  aveva la funzione di scaricare le acque eccedenti: individuato l’intero percorso constata che l’opera è ancora integra e funzionante. Utilizzando in gran parte le vecchie gallerie e realizzando nuovi raccordi l’acquedotto è infine completato ed il 2 giugno 1881 Zannoni ha la soddisfazione di veder zampillare l'acqua del Setta in Piazza Maggiore, con una portata di 6.000 metri cubi al giorno, una quantità sufficiente per le limitate esigenze dell’epoca.


Bibliografia ed approfondimenti

Acqua potabile per Bologna / Renato Drusiani,  in Le acque a Bologna, antologia a cura di Marco Poli, Bologna, Compositori, 2005

Acquedotto 2000. Bologna, l'acqua del Duemila ha duemila anni, Casalecchio di Reno, Grafis, 1985

Gli antichi acquedotti di Bologna : le nuove scoperte, i nuovi studi / [testi di Danilo Demaria], Bologna : Gruppo Speleologico Bolognese : Unione Speleologica Bolognese, [2010]

Antonio Zannoni, ingegnere e archeologo, e la riattivazione dell'acquedotto romano di Bologna / Giuseppe Coccolini Faenza : F.lli Lega, 1991

Casalecchio di Reno : una citta, la sua storia, la sua anima / a cura di Pier Luigi Chierici, Marco e Angelo Stadiotti Carnate : Telesio, [2003]     

La riattivazione dell'acquedotto romano / Francisco Giordano, in: Antonio Zannoni nel 150. dell'Unità d'Italia, a cura di Paola Furlan, Bologna, Edizioni Archivio storico Comune di Bologna, 2013

Saluti da Casalecchio di Reno : fatti, luoghi e personaggi del suo passato / Vincenzo Paioli, Bologna : Ponte nuovo, stampa 1996

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