1945 - ::: COMUNE DI CASALECCHIO DI RENO (BO):::

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Cronologia di Casalecchio di Reno – anno 1945

15-18 aprile – Gli ultimi bombardamenti su Casalecchio
20 aprile – Liberazione di Casalecchio
8 maggio – Insediamento della nuova Giunta nominata dal CLN ed avvio della ricostruzione del paese
30 luglio – Luigi Chierici fonda il quotidiano sportivo Stadio


15-18 aprile – Gli ultimi bombardamenti su Casalecchio

Dopo il lungo inverno del 1944/45 l’esercito alleato è ormai pronto alla spallata finale alla Linea Gotica, lo sfondamento dell’ultima linea difensiva strenuamente difesa dai nazifascisti. Con l’esercito alleato ormai a poche decine di chilometri l’abitato di Casalecchio diventa immediata retrovia del fronte tedesco e via di sbocco principale dell’avanzata alleata verso nord. Già pesantemente colpita nei mesi precedenti, la cittadina subisce l’ultimo e più massiccio bombardamento alla vigilia della Liberazione.
Tra il 15 ed 18 aprile i raid aerei, sostenuti dall’artiglieria ormai posizionata a distanza di tiro dall’abitato, non si limitano a colpire nuovamente il ponte e la ferrovia, ma interessano l’intero centro urbano di Casalecchio, considerato snodo di comunicazione fondamentale e punto di passaggio principale delle unità corazzate e di fanteria che avanzano lungo la Porrettana.
Il bombardamento più pesante avviene fra il 16 ed il 17 aprile  ed interessa anche alcuni edifici che fino a quel momento si sono miracolosamente salvati, fra questi le storiche ville Talon Sampieri e Marescalchi, fino a poche settimane prima sedi di Comandi Tedeschi.

Alla fine del conflitto, dopo 41 bombardamenti in 10 mesi, i dati sono impressionanti. I danni sono stimati, rispetto al totale delle costruzioni, del 90% nel capoluogo, del 95% alla Croce, dell’80% a Ceretolo. Su 945 fabbricati di proprietà privata 110 risultano distrutti, 805 danneggiati gravemente e 30 lievemente; questo significa che rimangono senza alloggio 2728 famiglie sulle 2813 censite a Casalecchio.
Risultano inutilizzabili anche gli edifici scolastici, l’asilo, la colonia elioterapica, il macello comunale, l’acquedotto ed è completamente distrutto il serbatoio per l’acqua potabile, e poi strade, ferrovie, fabbriche, alberghi, locande, il teatro, l’impianto di illuminazione e quello telefonico…un paese praticamente raso al suolo che deve anche piangere 140 vittime civili per cause belliche.    

Gli ingenti danni subiti valgono a Casalecchio l’appellativo di Cassino del Nord, riferendosi alla millenaria Abbazia di Montecassino distrutta dai bombardamenti alleati nel febbraio dell’anno precedente, ed il riconoscimento al Gonfalone di Casalecchio di Reno della Medaglia d'Oro al Merito Civile da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 25 aprile 2003,                                     

Bibliografia ed approfondimenti

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

Delenda Bononia: immagini dei bombardamenti 1943-1945 / a cura di Cristina Bersani e Valeria Roncuzzi Roversi Monaco ; scritti di Alfredo Barbacci ... \et al.! ; presentazioni di Walter Vitali, Francesco Berti Arnoaldi Veli, Paolo Messina, Bologna : Pàtron, \1995!

Gente di Casalecchio / Carlo Venturi Bologna : Compositori, c2004

I giorni del ricordo : 60. anniversario della lotta di liberazione / realizzato per il Comune di Casalecchio di Reno Visual Lab ; editing Umberto Saraceni

Obiettivo Bologna : Open the doors: bombs away : dagli archivi segreti angloamericani i bombardamenti della 2. guerra mondiale / Gastone Mazzanti, Bologna : Costa, 2001

Quel lontano aprile : Casalecchio di Reno 1943-1945 / Alberto Cavalieri, [Italia] : [S.n.], stampa2010

Ricostruire Casalecchio, 1945-1948 / Cinzia Venturoli, San Giovanni in Persiceto : Aspasia, [1999]


Villa Talon pochi mesi dopo il bombardamento del 16/17 aprile 1945 (Archivio fotogr. Bibl. C.Pavese) 


Teatro comunale, Albergo Pedretti e scuole Carducci dopo i bombardamenti del 1945 (Archivio fotogr. Bibl. C.Pavese) 


20 aprile – Liberazione di Casalecchio

L’attacco finale alla Linea Gotica, nel settore appenninico della V Armata americana, inizia il 14 Aprile con un massiccio bombardamento delle posizioni difensive tedesche sull’Appennino bolognese, schierate tra le valli del Savena e del Samoggia, una linea difensiva che si articola tra la località di Livergnano (Pianoro) e Castel d’Aiano. Questo attacco, chiamato Operazione Grapeshot (mitraglia)  ha l’obiettivo di conquistare l’accesso alla Pianura padana risalendo le due importanti vie di comunicazione, la SS 64 Porrettana e la SS 65 Futa.

L’arrivo degli alleati a Casalecchio avviene il 20 aprile, i primi ad entrare nel territorio comunale sono i fanti dell'85^ Divisione di fanteria americana, che conquistano Monte Capra, liberano Gesso ed entrano a Ceretolo, poco dopo una combat camera unit (unità di foto e cineoperatori di guerra americana) riprende lo storico momento dell’ingresso da sud dei soldati della 91^ Divisione di fanteria americana e  le unità corazzate della 6^ Divisione corazzata sudafricana ad essa aggregata che risalendo la strada Porrettana, quasi irriconoscibile a causa dei numerosi bombardamenti subiti, giungono fino alla rotatoria del Cavalcavia per poi dividersi.
I mezzi blindati proseguono a sinistra sulla Bazzanese, giungono a Ceretolo per poi aggirare l’abitato di Casalecchio risalendo via Isonzo ed arrivare alla strada per Casteldebole, mentre la fanteria imbocca il Cavalcavia e giunge nel centro del paese dove possono verificare direttamente gli effetti dei bombardamenti: stazione ferroviaria distrutta, binari divelti, edifici ridotti in macerie, ponte inutilizzabile.
A queste unità, del II Corpo d'armata USA, guidate dal generale Geoffrey Keys, ritratto in un briefing davanti al ristorante Biagi, tuttavia, non interessa entrare a  Bologna (verrà liberata il giorno successivo da altri reparti alleati provenienti da San Lazzaro e da Pianoro - San Ruffillo) hanno un obiettivo strategico più importante: raggiungere la via Emilia a Borgo Panigale per tagliare le vie di ritirata tedesche e dilagare nella Pianura padana. L’importanza del nodo stradale di Casalecchio è tale che tra il 20 e il 21 Aprile 1945 l’intero II Corpo d’Armata americano lo raggiunge e lo attraversa velocemente per continuare l’inseguimento del nemico in rotta verso il Po, in direzione nord-ovest.

Casalecchio di Reno è un paese in ginocchio, completamente da ricostruire, ma non vinto nell’animo, nel coraggio e nella voglia di ricominciare perché il 20 aprile rappresenta la fine della guerra, il “nostro” giorno della Liberazione e l’inizio di una nuova epoca di vita amministrativa e comunitaria fondata su basi democratiche.   

Bibliografia ed approfondimenti

Antifascismo e resistenza a Casalecchio di Reno : documenti e testimonianze / a cura di! Graziano Zappi 'Mirco' Bologna : Libreria Beriozka!, 1988

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

I casalecchiesi raccontano : testimonianze dell'altro secolo / [raccolte da Graziano Zappi ; con l'ausilio di Carlo Venturi!, [Bologna! : Aspasia, 2003

Combat photo: 1944-1945 : l'Amministrazione militare alleata dell'Appennino e la liberazione di Bologna nelle foto e nei documenti della 5. Armata americana / a cura di Vito Paticchia e Luigi Arbizzani ; scritti di Luigi Arbizzani ... [et al.! Bologna : Grafis, [1994!

Gente di Casalecchio / Carlo Venturi Bologna : Compositori, c2004

I giorni del ricordo : 60. anniversario della lotta di liberazione / realizzato per il Comune di Casalecchio di Reno Visual Lab ; editing Umberto Saraceni

Obiettivo Bologna : Open the doors: bombs away : dagli archivi segreti angloamericani i bombardamenti della 2. guerra mondiale / Gastone Mazzanti, Bologna : Costa, 2001

Quel lontano aprile : Casalecchio di Reno 1943-1945 / Alberto Cavalieri, [Italia] : [S.n.], stampa2010

Ricostruire Casalecchio, 1945-1948 / Cinzia Venturoli, San Giovanni in Persiceto : Aspasia, [1999]

Internet

https://www.youtube.com/watch?v=YwPBkt1Jy64
https://www.bolognatoday.it/cronaca/liberazione-citta-metropolitana-bologna-video.html


Entrata degli alleati a Casalecchio dal Cavalcavia il 20 aprile 1945. Sullo sfondo la stazione della ferrovia Casalecchio-Vignola (Archivio fotogr. Bibl. C.Pavese) 


Soldati della 91° Divisione di fanteria americana nei pressi della stazione della ferrovia Casalecchio-Vignola (Archivio fotogr. Bibl. C.Pavese) 


8 maggio – Insediamento della nuova Giunta nominata dal CLN ed avvio della ricostruzione del paese.

L’arrivo degli Alleati il 20 aprile sancisce la conclusione del conflitto, ma Casalecchio è un paese devastato dai bombardamenti, con molti dei suoi abitanti sfollati, un’economia disastrata ed un’enorme quantità di problemi da affrontare e senza risorse disponibili. I danni sono stimati, rispetto al totale delle costruzioni, del 90/% nel Capoluogo, del 95% alla Croce e dell’80% a Ceretolo.
Secondo le direttive emanate dal CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia), il CLN locale, costituitosi in clandestinità nel settembre 1944, designa,¿ l’8 maggio 1945, la prima amministrazione comunale in cui viene nominato Sindaco Ettore Cristoni col compito di presiedere la Giunta fino alle prime elezioni amministrative. Nella Giunta vi sono rappresentanti dei Partiti Socialista, Comunista e della Democrazia Cristiana rispecchiando, quindi, la composizione del CLN. Quasi tutti erano stati partigiani o avevano svolto attività antifasciste durante il regime e per questo condannati dal Tribunale Speciale. Per i rappresentanti del Partito Socialista l’esperienza politica risaliva fin dai primi anni ’20, fra questi Vito Sandri, eletto Sindaco di Casalecchio nel 1920.
Nella ricostruzione delle condizioni materiali dell’esistenza la Giunta fa i conti con una drammatica scarsità di risorse che vengono ricercate in ogni modo. Nell'Archivio Storico Comunale risultano pressioni sui proprietari terrieri più facoltosi affinché facciano fronte, in un mai interrotto clima di lotta di classe, ai disastri della guerra, ma anche molte richieste al Comune di locali in cui organizzare feste da ballo per finanziare lavori di pubblica utilità quali la riparazione di strade, il ripristino della luce elettrica, dell’acquedotto o del macello comunale. Gli stessi partiti ed associazioni si impegnano in iniziative di solidarietà, raccolte fondi, generi vittuari ed indumenti per alleviare le sofferenze dei più bisognosi ai quali la guerra ha, davvero, tolto tutto. In questo contesto di estrema povertà è fondamentale nel corso dei mesi il ruolo svolto dall’UDI  (Unione Donne Italiane) che si impegna sia alla raccolta e distribuzione di alimenti ed indumenti donati da Croce Rossa, UNRRA e sezioni di partito ed all’assistenza alle giovani madri ed all’infanzia sia in un’opera di emancipazione e coinvolgimento delle donne nella vita politica e sociale del Paese quasi sconosciuta fino a quel momento.
La sede comunale, che nel 1944 a causa dei bombardamenti era stata trasferita a Bologna in via Roma, oggi via Marconi, dall’estate del 1945 può tornare a Casalecchio, nella sua sede tradizionale. Anche lo storico  ponte sul Reno viene reso nuovamente agibile per ripristinare le comunicazioni da e per Bologna e riunire le due anime del Paese, quella “dlà dal pont” verso la chiesa di San Martino e quella “ad qua dal pont”, con il centro storico della stazione ferroviaria, del Palazzo Quadri e dell’Albergo Pedretti, dei quali, purtroppo, rimangono solo macerie… Seppur fra tante difficoltà dall’estate si rilevano piccoli segni di ripresa: alcune attività cominciano a riaprire (la prima è la storica bottega di alimentari Drogheria Ceroni), vi sono nuove richieste di licenze per esercizi commerciali, alcune fabbriche come la birreria Ronzani e l’Argenteria Mantel, grazie al lavoro dei dipendenti che si impegnano nella ricostruzione dei fabbricati, possono riprendere faticosamente il loro ciclo produttivo, riapre anche la Cooperativa di Consumo.
Una singolare iniziativa balza anche agli onori delle cronache rinverdendo i fasti della Casalecchio luogo di villeggiatura, svago e…rischiosi divertimenti. Documenti dell’ASC attestano di una richiesta di licenza per l’apertura di un Casinò che ottiene il parere positivo dell’Amministrazione, a patto che questo non gravi sulle povere casse comunali, ed anzi possa contribuire a raccogliere fondi per la ricostruzione. Così alla trattoria del Bersagliere in via Marconi, collocata in uno dei pochi edifici rimasti in piedi, il lunedì mattina si sostituisce il tradizionale cartello della ristorazione con quello ben più vistoso di Casinò municipale che invita a trascorrere piacevoli serate nei due vani allestiti per i giochi di roulette e baccarat. Da una certa ora anche il tram segnala “Casinò di Casalecchio” nelle corse per il nostro Paese. Il progetto ottiene un certo successo, prosegue anche durante la Giunta eletta nel marzo 1946 poi, abbastanza celermente, va esaurendosi sotto la spinta di divergenti  opinioni e malumori familiari.
Occorre sottolineare il clima di sostanziale riappacificazione che in poco tempo prende il sopravvento e supera i contrasti e le divisioni che il fascismo e, soprattutto, la guerra, hanno determinato. Dalle parole del Sindaco Cristoni emerge un forte senso di responsabilità, che antepone le esigenze della ricostruzione materiale, politica e morale del Paese ad un pur comprensibile spirito di rivalsa che in tutto il territorio bolognese si manifesta spesso con estrema violenza, appendice di una guerra di liberazione e di una guerra civile, ma non sempre ad esse correlato. L’obiettivo dichiarato è quello della più ampia partecipazione dei cittadini alla vita pubblica ed alla rinascita democratica di Casalecchio unito alla necessità di collaborazione di ogni individuo di buona volontà alla ricostruzione materiale. La ricomposizione della cittadinanza avviene generalmente all’insegna di un'ampia riabilitazione e nessun cittadino risulterebbe ricercato per reati politici o per collaborazionismo. Fra coloro che avevano aderito al fascismo in maniera più solerte alcuni, per quieto vivere, decidono comunque di trasferirsi altrove e per quelli rimasti è comunque necessario un “risarcimento” evidente per rientrare nella rinnovata Comunità, risarcimento che vede nel “simbolico lavoro manuale” di rimozione delle macerie il modo socialmente più utile per espiare le proprie colpe.
Al censimento del 1940 Casalecchio contava 9141 persone, ma al 15 giugno 1945 ne risultano presenti solamente 3592. Già dal 21 aprile,  e poi nel corso dei mesi, rientrano a Casalecchio tanti sfollati che dal 1944 hanno cercato rifugio prima in montagna e poi a Bologna. La scarsità di edifici agibili costringe le persone a soluzioni d’emergenza: ricoveri in edifici pubblici o in locali industriali non adatti ad uso abitativo, coabitazione con altre famiglie, scantinati e soffitte in condizioni igieniche malsane. Le baracche in legno sono la prima soluzione che si mette in atto per fronteggiare il problema degli alloggi. Ne vengono approntate in via dei Mille; 8 per famiglie poco numerose sono chiamate del “Dono svizzero” perché donate dal Comitato svizzero di soccorso operaio ed altre, le cosiddette Case Pasotti, più grandi, vengono costruite dal Genio civile. Il 26 giugno 1948 alcune di queste baracche subiscono anche un incendio che lascia nella disperazione 10 famiglie e mette in evidenza la precarietà di questi alloggi. I vigili del fuoco denunciano l’inadeguatezza degli idranti, ma i bassi affitti li faranno preferire ad altre sistemazioni abitative fino al 1963 quando tutti i baraccati, volenti o nolenti si dovranno trasferire in veri appartamenti più decorosi.
La disoccupazione è un altro grande problema che assilla gli abitanti di Casalecchio, acuito mano a mano che rientrano gli sfollati. Le industrie e le attività produttive in genere erano state distrutte o gravemente danneggiate dai bombardamenti e lenta ed economicamente gravosa la loro ricostruzione in mancanza di relativi introiti a sostenerla, mentre la popolazione ha un’assoluta urgenza di ricominciare a lavorare per riprendere la vita normale e riattivare il ciclo dell’economia.
Dall’A.S.C. apprendiamo che col decreto del 2 novembre 1945 del Ministero dei Lavori Pubblici il comune di Casalecchio di Reno viene compreso fra quelli maggiormente danneggiati dalla guerra ai fini della ricostruzione e dell’adozione di un piano di ricostruzione.

Bibliografia ed approfondimenti

Antifascismo e resistenza a Casalecchio di Reno : documenti e testimonianze / a cura di! Graziano Zappi 'Mirco' Bologna : Libreria Beriozka!, 1988

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

I casalecchiesi raccontano : testimonianze dell'altro secolo / [raccolte da Graziano Zappi ; con l'ausilio di Carlo Venturi!, [Bologna! : Aspasia, 2003

Gente di Casalecchio / Carlo Venturi Bologna : Compositori, c2004

Giulio e George : sindaci e governatori della Liberazione in Provincia di Bologna (1944-1945) / a cura di Vito Paticchia ; prefazione di Tiziano Bonazzi, [S.l.] : Il Nove, stampa 1995

I giorni del ricordo : 60. anniversario della lotta di liberazione / realizzato per il Comune di Casalecchio di Reno Visual Lab ; editing Umberto Saraceni

Lunario casalecchiese anno 2018; 1995-. - [S. l. : s. n., 1995]- (Crespellano : Delta grafiche [poi] Savignano sul Panaro : Tipolitografia  

La pace e la mimosa : l'Unione donne italiane e la costruzione politica della memoria (1944-1955) / Patrizia Gabrielli, Roma : Donzelli, [2005]

Quel lontano aprile : Casalecchio di Reno 1943-1945 / Alberto Cavalieri, [Italia] : [S.n.], stampa2010

Relazione politica economica finanziaria amministrativa : la civica amministrazione della ricostruzione / Comune di Casalecchio di Reno, Provincia di Bologna, s.l. : s.n., [1946]

Ricostruire Casalecchio, 1945-1948 / Cinzia Venturoli, San Giovanni in Persiceto : Aspasia, [1999]

Tommasina Giuliani: le ragioni di una scelta : la vita e l'impegno politico della prima amministratrice donna di Casalecchio di Reno / Cinzia Venturoli, [Casalecchio di Reno : Comune : A.N.P.I., 2009?] 

Il macello comunale alla conclusione della guerra
Il macello comunale alla conclusione della guerra (Archivio fotogr. Bibl. C.Pavese) 


Le baracche per i senzatetto del Dono Svizzero (a dx) e le Case Pasotti  (a sx) in via dei Mille (Archivio fotogr. Bibl. C.Pavese) 


La Drogheria Ceroni (a dx) da poco riaperta  (Archivio fotogr. Bibl. C.Pavese) 


30 luglio – Luigi Chierici fonda il quotidiano sportivo Stadio

Luigi Chierici nasce a Casalecchio il 17 agosto 1911 da Giacomo ed Itala Gardini, discendente di una  famiglia che alla fine del 1700 aveva ottenuto l’importante incarico di Custodi della Chiusa e che in periodo risorgimentale si era distinta per l’impegno politico a favore dell’unificazione e la vicinanza ai Savoia. Il padre trasmette al figlio la passione per la fotografia e lo avvia, insieme al fratello Francesco, al giornalismo favorendone l’ingresso nel 1934 a Il Resto del Carlino.
Qui ben presto si distingue per passione sportiva e bello stile narrativo non limitandosi a descrivere gli eventi in ogni dettaglio, ma corredandoli con precise descrizioni del contesto ambientale e del tifo, delle rivalità e delle ripicche dei campioni che stimolano l’interesse dei lettori e contribuiscono alla nascita di “miti” sportivi locali e nazionali. La sua grande passione è il ciclismo, ma non disdegna calcio, pugilato ed automobilismo. La guerra gli porta via l’amato fratello Francesco, eroicamente caduto a Cefalonia nei drammatici giorni successivi all’8 settembre ’43. Il 17 luglio  1945, appena tre mesi dopo la conclusione del conflitto, Il Resto del Carlino torna nelle edicole con la nuova denominazione Giornale dell’Emilia che dall’edizione del 30 luglio presenta ogni lunedì ai lettori un inserto completamente dedicato agli avvenimenti sportivi: STADIO. Artefici ed anima di questo inserto sono Luigi Chierici e Remo Roveri.
Le informazioni sportive non sono certo una novità per il periodico bolognese, ma lo è un inserto dedicato completamente ad esse, rivolto ad un pubblico desideroso di riprendere una vita normale, di discutere ed appassionarsi alle gesta degli sportivi, di voltare pagina e tornare a gioire per imprese epiche ed entusiasmanti vittorie. Il successo di questa “folle e meravigliosa idea” è tale che nel giro di tre anni le uscite passano da settimanali a quotidiane ed il 15 marzo 1948, diventa una pubblicazione autonoma con Luigi Chierici instancabile Direttore fino al 1971. Sono anni di grandi successi sportivi e di pubblico, negli articoli di Chierici c’è la storia del ciclismo del dopoguerra: 35 Giri d’Italia, 14 Tour de France, 37 Milano-Sanremo e decine di altre “classiche” italiane ed europee con vittorie ed aneddoti dei grandi campioni, da Coppi e Bartali ad Adorni e Motta, passando per Baldini, Anquetil, Merckx e Gimondi. Più volte Presidente del Lions Club di Bologna, dell’USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana) e dell’Union Catholique Internationale de la Presse, nel 1954 Chierici è insignito dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi dell’onorificenza di Commendatore. La sua competenza in ambito ciclistico gli vale nel 1965 la compilazione della monografia sul ciclismo nell’Enciclopedia dello Sport curata dalle Edizioni Sportive Italiane.
All’attività di cronista sportivo abbina anche quella di scrittore con pubblicazioni dedicate a Coppi, Bartali ed alle vittorie italiane nella Grande Boucle.   

Luigi Chierici ci lascia il 16 giugno 1981, ma ancora oggi molti giornalisti sportivi, formati e cresciuti con lui a Stadio, lo ricordano per la genuina passione sportiva e la dedizione al lavoro.      

Bibliografia ed approfondimenti

Bartali : disastrosa partenza e avventuroso viaggio del vincitore del Tour de France 1948 / Luigi Chierici. - 3. Ed Roma : Compagnia editoriale, 1978

Luigi, mio padre : album di ricordi di Annalisa Chierici : dedicato ai miei figli Fabrizio e Davide e alle mie nipoti Virginia Maddalena / in collaborazione con Roberto Fiorini corrispondete di Stadio dal 1956 al 1978
[S.l.] : [s.n.], 2019


30 luglio 1945, il primo numero di Stadio (da Luigi, mio padre, op.cit.in bibliografia)  


Luigi Chierici e Gino Bartali durante il Tour de France 1948, vinto trionfalmente dal ciclista toscano (da Luigi, mio padre, op.cit in bibliografia)


Luigi Chierici nell’illustrazione di Pesci per la copertina di Luigi, mio padre, op.cit. in bibliografia

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