1936 - ::: COMUNE DI CASALECCHIO DI RENO (BO):::

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Cronologia di Casalecchio di Reno – anno 1936


Il pittore Fabio Fabbi si trasferisce a Casalecchio
Viene inaugurato il Villaggio Volpe o Case Volpe

20 maggio – Cerimonia di consegna del Gagliardetto del Gruppo Alpini di Casalecchio alla Madrina Sig.ra Elda Zanotti Stieber
30 agosto – Solenne liturgia all‘Eremo di Tizzano per la conclusione del restauro
 


Il pittore Fabio Fabbi si trasferisce a Casalecchio  

La fama di Casalecchio come luogo ideale di soggiorno, riposo e piacevole convivialità è confermata nel 1936 allorchè il noto pittore bolognese Fabio Fabbi decide di ritirarsi nella nostra cittadina trasferendosi in via Garibaldi, nella villa del gioielliere Scagliarini, dopo una vita di studio, viaggi ed importanti riconoscimenti.

Fabio Fabbi nasce a Bologna nel 1861 da Giuseppe ed Emilia Negri, scoprendo fin dalla giovinezza una spiccata predisposizione per l’arte, orientandosi inizialmente per l’opera scultorea, elementi di figura e copia da stampa presso la Regia Accademia di Belle Arti di Bologna.              
Trasferitosi a Firenze, frequenta i corsi di scultura presso l'Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Augusto Rivalta, attingendo alla sua maniera verista. Si diploma nel 1880 vincendo già nel 1883, con la scultura Una questione d'onore, il premio governativo dell'Accademia di Firenze. Fin da questi primi anni di attività risale il sodalizio artistico col fratello Alberto (1858-1906) illustrando insieme numerosi almanacchi-strenna. E’ del 1886 il suo primo viaggio in Egitto ed in altri paesi del Mediterraneo, che risulta fondamentale nel suo percorso di formazione d’artista: rimane affascinato dalle usanze e dalle tradizioni di quei luoghi e nell’ambito della corrente pittorica orientalista si avvicina sempre più al Maestro Alberto Pasini ed al genere pittoresco, associandolo ai temi dell'esotismo e del viaggio, con un inconfondibile taglio fotografico. Si impone, quindi, come uno dei migliori artisti nazionali, esponendo in numerose gallerie e vincendo diversi premi come all’Esposizione internazionale di Monaco con La vendita di una schiava e I sette peccati mortali. Altri dipinti premiati in quegli anni sono Donna araba, Il vasaio, Vecchio musulmano. Verso la fine dell’800 si riavvicina all’area emiliana  con opere di soggetto religioso; col fratello Alberto firma un San Giovanni decollato nella basilica arcipretale di S. Giovanni in Persiceto e un Sacro Cuore con Sant’Antonio abate ed un Sant’Antonio Maria Zaccaria fondatore dei barnabiti (1902) per la chiesa di S. Antonio Abate di Bologna.
Nel 1893 è nominato professore a Firenze, nel 1894 Accademico a Bologna e nel 1898 diviene Cavaliere della Corona d'Italia.
Si impone anche come fine illustratore per le case editrici Bemporad e Nerbini di Firenze, e vignettista per la rivista bolognese Italia ride. Nell’ambito editoriale collabora con altri artisti alla realizzazione di oltre cento volumi sia di classici della letteratura (L.M.Alcott, Piccoli uomini, 1910/11 e Piccole donne 1916, G.Casanova, Memorie, 1920; G.Boccaccio, Decameron, 1932; T.Tasso, La Gerusalemme liberata, 1934; Omero, Odissea, trad. di V.Monti, 1934), sia di romanzi d'avventura, in particolare salgariani, nei quali manifesta una straordinaria duttilità tecnica e cromatica nell'uso della tempera e dell'acquerello.

Nel 1936, ormai anziano, ma non meno creativo, si trasferisce a Casalecchio. Qui trova un ambiente accogliente, onorato della sua presenza, vario dal punto di vista paesaggistico: la nostra cittadina, adagiata fra collina, fiume Reno e pianura, gli offre nuovi spunti e prospettive pittoriche.

Muore a Casalecchio il 24 settembre 1946.                                     

Bibliografia ed approfondimenti

Da Bertelli a Guidi. Vent'anni di mostre dell'Associazione Bologna per le Arti, mostra e catalogo a cura di Stella Ingino e Giuseppe Mancini, Bentivoglio, Grafiche dell'Artiere, 2019

Fabio Fabbi: 1861-1946 / [introduzione: Gianarturo Borsari ; saggi critici: Rossana Bossaglia, Paolo Stivani, Alessandra Borgogelli ; coordinatore della monografia: Piero Fiori], [Bologna] : Re Enzo Editrice, stampa 2000

Lunario casalecchiese anno 2020; 1995-. - [S. l. : s. n., 1995]- (Crespellano : Delta grafiche [poi] Savignano sul Panaro : Tipolitografia  

Retrospettiva di Fabio Fabbi : Bologna 1861-Casalecchio di Reno 1946 : Galleria d'arte Il 2 di quadri, dal 16 maggio al 16 giugno 1981 / [a cura di] Paolo Stivani, Alessandra Borgogelli, [S.l. : s.n., 1981]

Internet

www.corriere.it/bello-italia/notizie/da-bertelli-guidi-mostra-che-celebra-bologna-le-arti-3a604b8e-1b4d-11ea-9c4c-98ae20290393.shtml

gazzettadibologna.it/cultura/non-solo-morandi-la-pittura-bolognese-in-mostra/

www.treccani.it/enciclopedia/fabio-fabbi_%28Dizionario-Biografico%29/

www.storiaememoriadibologna.it/fabbi-fabio-484145-persona

www.settemuse.it/pittori_scultori_italiani/fabio_fabbi.htm

Fabio Fabbi
Fabio Fabbi (1861-1946) in una foto giovanile degli inizi del ‘900 (immagine di pubblico dominio in quanto foto semplice a carattere non artistico scattata in Italia oltre 20 anni fa)

La processione
Fabio Fabbi, “La processione” (immagine di pubblico dominio in quanto foto semplice a carattere non artistico scattata in Italia oltre 20 anni fa)

Ballando nel cortile dell’harem
Fabio Fabbi, “Ballando nel cortile dell’harem” (immagine di pubblico dominio in quanto foto semplice a carattere non artistico scattata in Italia oltre 20 anni fa)

Bagnanti al Lido di Casalecchio
Fabio Fabbi, “Bagnanti al Lido di Casalecchio” (Collezione privata, da Lunario Casalecchiese 2020, op.cit. in bibliografia

 


Viene inaugurato il Villaggio Volpe o Case Volpe 

Nei primi decenni del novecento si assiste ad un incremento della popolazione di Casalecchio, favorito dalle opportunità di lavoro offerte dalle nuove aziende e dallo sviluppo di quelle esistenti, la quale necessita di una razionale pianificazione abitativa che coinvolge zone fino a quel momento a vocazione quasi completamente agricola. Negli anni ‘30 il Comm. Aristide Volpe acquista dai Sampieri-Talon un terreno oltre la ferrovia, tra l’attuale via Marconi ed il Parco Rodari, ed affida all’ing. Luigi Veronesi (1889-1963) la progettazione di un insediamento di edilizia residenziale, inaugurato nel 1936, poi comunemente denominato Villaggio Volpe o Case Volpe. Il nuovo insediamento a forma trapezoidale,  collocato tra le vie Marconi, Toti e Corridoni, si caratterizza per lo stile razionalista ed una forte identità visiva. Alla struttura semplice delle case popolari corrispondono dettagli decorativi molto incisivi, che unificano le superfici esterne: fasce di mattoni a vista si alternano a parti solo intonacate. Il Villaggio Volpe è provvisto di un’ampia corte interna, luogo di giochi per i bambini e di aggregazione per gli adulti, al centro della quale è collocata un’alta torre con orologio che sovrasta l’abitato. Al piano terra, prospicienti via Marconi, trovano spazio allora come oggi diverse attività commerciali. Il Villaggio Volpe, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, risulterà fra i pochi edifici quasi lasciati intatti dagli innumerevoli bombardamenti che hanno devastato Casalecchio e ben rappresenta una continuità architettonica ed abitativa fra passato e presente ancora fortemente caratterizzata.

Bibliografia ed approfondimenti

Bologna moderna, 1860-1980 / G. Bernabei, G. Gresleri, S. Zagnoni,, Bologna, Patron, 1984,

Casalecchio di Reno. Una città, la sua storia, la sua anima, a cura di Pier Luigi Chierici, Marco e Angelo Stadiotti, Carnate, Telesio, 2003

Difficolta politiche dell'architettura in Italia : 1920-1940 / di Giulia Veronesi Milano : Politecnica Tamburini, 1953

Famiglia, economia e società : cambiamenti demografici e trasformazioni della vita a Casalecchio di Reno, 1861-1921/ David I. Kertzer, Dennis P. Hogan, Massimo Marcolin Bologna : Il mulino, \1991

Gente di Casalecchio / Carlo Venturi, Bologna : Compositori, c2004

Saluti da Casalecchio di Reno : fatti, luoghi e personaggi del suo passato / Vincenzo Paioli Bologna : Ponte nuovo, stampa 1996

Villaggio Volpe
Villaggio Volpe o Case Volpe (Archivio fotogr.Bibl.C.Pavese) 

 


20 maggio – Cerimonia di consegna del Gagliardetto del Gruppo Alpini di Casalecchio alla Madrina Sig.ra Elda Zanotti Stieber

Durante la Grande Guerra anche dalla Valle del Reno, come da tanti centri emiliano-romagnoli, partono centinaia di giovani destinati ai reparti alpini.  Guerra dura quella di montagna del 1915/18, di sacrificio che affina l’amicizia e lo spirito di corpo, sentimenti che sono alla base della nascita nel 1919 a Milano dell’Associazione Nazionale Alpini, che si propone di mantenere vivo questa rapporto fra commilitoni promuovendo il periodico L’Alpino e diverse attività, fra le quali un grande convegno-adunata annuale. Da Milano, luogo d’origine e Sede Nazionale, l’Associazione negli anni successivi si espande, raccoglie nuove adesioni anche fra coloro che la guerra non l’hanno vissuta e per esigenze pratiche nascono delle Sezioni, specialmente nelle grandi città. Alle dipendenze delle Sezioni si formano i Gruppi, per una distribuzione sempre più capillare nel territorio. La sera di sabato 18 novembre 1922, presso il Circolo Ufficiali di Bologna, viene convocata da un comitato promotore l’assemblea costitutiva della Sezione Bolognese-Romagnola. Fra i soci fondatori è presente il casalecchiese Olindo Cavalieri, classe 1899, Medaglia d’argento al valor militare, che fin dal 1910 svolge la professione di tecnico argentiere presso la storica Argenteria Clementi di Casalecchio. La Medaglia se l’è meritata in occasione dell’ultimo vittorioso assalto del 28 ottobre 1918 quando, seppur ferito ad una gamba ed al torace, riesce a portare il proprio plotone sull’altra riva del Piave, primo Sergente a riuscirci. La vita associativa di Olindo è molto attiva, partecipa alle numerose attività sezionali ed alle Adunate Nazionali, divenendo punto di riferimento per gli alpini casalecchiesi e ciò lo porta, insieme a Celso Lolli, Romualdo Spillati, Pietro Ventura e Guglielmo Bolelli, a costituire nel maggio del 1935 il Gruppo Alpini di Casalecchio di Reno, con giurisdizione sui limitrofi Comuni di Praduro e Sasso e Zola Predosa, come riporta il periodico L’Alpino del 15 giugno dello stesso anno. Per acclamazione è nominato Presidente Onorario il Comm. Michelangelo Clementi, della suddetta argenteria, stimato imprenditore nonché Presidente dell’Associazione Orafi della Provincia di Bologna e Capogruppo effettivo è eletto il Tenente Ubaldo Pacetti, unico ufficiale iscritto al Gruppo. Domenica 20 maggio 1936, in una toccante cerimonia ed alla presenza delle massime autorità locali e del Presidente Nazionale dell’Associazione Alpini On. Angelo Manaresi, viene inaugurato ed ufficialmente consegnato il Gagliardetto al nuovo Gruppo. Nell’occasione il ruolo di Madrina è svolto dalla signorina Elda Zanotti, la cui encomiabile storia è interessante conoscere. Sorella dell’alpino Tenente Mario Zanotti, ufficiale medico e figura di spicco dell’Associazione Nazionale, Elda Zanotti deve lasciare Casalecchio e l’Italia nel giugno del 1938, a soli 25 anni, dopo l’emanazione delle leggi razziali fasciste, essendo moglie cattolica di un chimico tedesco, Fritz Stiebel, anch’egli di religione cattolica ma di famiglia ebrea. I coniugi Stiebel emigrano a Wollogong, in Australia, dove Elda svolge con passione, per oltre 70 anni, la sua professione di insegnante di italiano e musica, nonché è tra i fondatori, e per molto tempo vicepresidente, della locale Societá Dante Alighieri, che la nomina membro a vitaIl 1° giugno 2006 il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le conferisce la prestigiosa onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietá Italiana per aver insegnato per tanti anni e con vera dedizione la lingua italiana a migliaia di studenti in Australia. Elda Zanotti Stieber muore a Wollogong il 15 settembre 2015 all’età di 102 anni.

La vita del Gruppo si svolge normalmente tra adunate, manifestazioni e serate benefiche fino al giugno 1940 quando, con l’entrata in guerra dell’Italia, molti soci sono chiamati alle armi e diversi, purtroppo, non ritornano; fra questi Guglielmo Bolelli e Pietro Ventura, caduti in combattimento sul fronte balcanico nel 1942. Promosso Capitano Mario Zanotti partecipa alle operazioni militari in Francia, nei pressi di Cannes, in qualità di ufficiale medico fino all’8 settembre 1943 poi, rientrato in Italia, è costretto a sfollare con la famiglia a Rimini dove svolge fino al 1946 la professione di medico e ricercatore, con interessanti risultati riguardo terapie anticongelamento e terapie per le artriti riconosciuti anche dalla comunità scientifica.
Nel dopoguerra il Gruppo viene ricostituito il 12 maggio 1963 e viene nominato Capogruppo il Maresciallo Maggiore Luigi Albertini. Da allora il Gruppo non ha mai fatto mancare la sua presenza ad adunate e raduni, attività a favore della Comunità, partecipazione ai momenti più dolorosi della vita del paese e nel 1993 viene costituito in seno al Gruppo  una struttura di Volontari di Protezione Civile che si impegna in molte delle più gravi calamità nazionali, dall’alluvione in Versilia del 1996, al terremoto umbro-marchigiano del 1997, fino ai molti interventi antincendio boschivi ed ai più recenti eventi nelle zone emiliano-romagnole.       

Bibliografia ed approfondimenti

Gli alpini della bolognese-romagnola. 1922-1997: 75 anni di storia / Giuseppe Martelli, Bologna, Civitas, 1997

L'archivio storico comunale di Casalecchio di Reno : 1798-1965 : inventario / di Alessandra Di Giovanni e Claudia Vasi , Bologna : Provincia di Bologna, Settore cultura, Ufficio istituti culturali, 2003

Inaugurazione del monumento all'alpino : 11 giugno 2000 Casalecchio - Parco Rodari / Associazione Nazionale Alpini Sezione Bolognese-Romagnola "Angelo Manaresi", gruppo di Casalecchio di Reno / Sasso Marconi "Art. Alp. Pietro Ventura", Borgonuovo: Zampighi [stampa], 2000

Internet 

www.noialpini.it

www.ana.it

vimeo.com/98047450

 

Cerimonia consegna Gagliardetto
Cerimonia di benedizione e consegna del Gagliardetto al nuovo Gruppo Alpini di Casalecchio di Reno (Archivio fotogr. Associazione Nazionale Alpini - Sezione Emiliano-Romagnola)   

Il Cappellano di Sezione Don Balestrazzi, la Madrina Sig.ra Elda Zanotti Stieber con a fianco Olindo Cavalieri
Il Cappellano di Sezione Don Balestrazzi, la Madrina Sig.ra Elda Zanotti Stieber con a fianco Olindo Cavalieri, Med. d’Argento al Valor Militare, ed il Presidente Onorario del Gruppo Comm. Michelangelo Clementi. In primo piano il Presidente Nazionale dell’Ass.ne Naz.le Alpini Avv.to Angelo Manaresi, ed alle sue spalle il Capogruppo Ten. Ubaldo Puccetti. (Archivio fotografico Gruppo Alpini Casalecchio di Reno/Sasso Marconi)    


30 agosto – Solenne liturgia all‘Eremo di Tizzano per la conclusione del restauro

A Tizzano, sulla cima del colle che domina Casalecchio, da diversi secoli l’Eremo guarda e veglia sui casalecchiesi. Nel 1654 dei Monaci Camaldolesi acquistano l’appezzamento di terreno denominato I Pianacci per costruirvi un loro eremo con le annesse strutture comunitarie. I lavori iniziano già nel 1655 ma, a causa di difficoltà economiche, si protraggono per molti anni e solo grazie all’intervento del Cardinale Prospero Lambertini, futuro Papa Benedetto XIV, i lavori vengono portati a termine. La nuova Chiesa, dedicata a San Benedetto protettore dell’ordine, è consacrata nel 1741. Nel 1799, per evitare la soppressione da parte del governo francese avverso agli ordini religiosi, il Card. Gioannetti, Camaldolese, le fa acquisire le competenze della vicina e più piccola chiesa parrocchiale, nel frattempo chiusa al culto, e la Chiesa viene quindi dedicata anche a San Giovanni Battista, ma per tutti, ed ancora oggi, è  semplicemente l’Eremo di Tizzano. La chiesa è costruita in stile barocco-bolognese semplice ed elegante, con un ampio sagrato da cui si gode uno splendido panorama sulla pianura bolognese, ma nelle giornate limpide si vedono in lontananza anche le Prealpi coi Colli Euganei. All’interno la navata unica, con cappelle laterali collegate fra loro, conduce all’Altar Maggiore, dove è presente una pala del pittore bolognese G.F.Gessi raffigurante S,Benedetto. Dietro all’Altare vi è un organo con 21 stalli per il coro. Tra le opere collocate nelle cappelle di particolare pregio è il Crocefisso donato dalla famiglia Marescalchi alla vecchia parrocchiale e qui trasferito nel 1799. La scultura del Cristo in legno d’ulivo è incastonata in una cornice marmorea a forma di Croce con alla base un antico reliquiario che custodisce frammenti della vera Croce. Ogni 3 maggio vi si celebra la festa della Santa Croce e quando essa cade di venerdì assume una solennità particolare ed il Crocefisso viene portato in processione.
Il terremoto del 1929 lesiona la Canonica e l’arco di accesso al sagrato. In quel momento la Parrocchia risulta mancante del Parroco titolare e per questo le procedure per il restauro vengono affidate al Parroco di Nugareto, facente le funzioni di economo, ma è solo col nuovo Parroco Don Alfeo Tonelli che i lavori vengono avviati e si riescono a concludere nel 1936. Don Tonelli fa restaurare il complesso secondo le originali, severe linee conventuali, recuperando anche molte delle incongrue modifiche che i Parroci succedutisi dal 1799 hanno apportato alle antiche strutture. La conclusione dei restauri è festeggiata con una solenne liturgia il 30 agosto 1936, durante la quale, da un baldacchino posto al centro del sagrato, il Parroco parla alla comunità di fedeli giunti per l’occasione.   Nel 1972 viene nuovamente restaurata la facciata della Chiesa dell’Eremo da Mons. Magagnoli ed altri lavori di manutenzione sono effettuati dal Canonico Pasqui nel 1985.     

Bibliografia ed approfondimenti

Casalecchio di Reno / Lilla Lipparini [S. l. : s. n.], 1953 (Bologna: L. Parma)

Casalecchio di Reno. Una città, la sua storia, la sua anima, a cura di Pier Luigi Chierici, Marco e Angelo Stadiotti, Carnate, Telesio, 2003

L'Eremo di Tizzano in Casalecchio di Reno : storia e memoria, Casalecchio di Reno: Comunità Parrocchiale di S. Giovanni Battista, stampa 1999

Gente di Casalecchio / Carlo Venturi, Bologna: Compositori, c2004

Lunario casalecchiese anni 2007, 2017 e 2018; 1995-. - [S. l. : s. n., 1995]- (Crespellano : Delta grafiche [poi] Savignano sul Panaro: Tipolitografia  

Saluti da Casalecchio di Reno: fatti, luoghi e personaggi del suo passato / Vincenzo Paioli Bologna: Ponte nuovo, stampa 1996

Festa per il restauro della Chiesa dell’Eremo
Festa per il restauro della Chiesa dell’Eremo il 30 agosto 1936 (Lunario Casalecchiese 2007 – propr. Archivio Santuario del SS Crocifisso dell’Eremo)

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